Sapete che gli abitanti dell’isola non volevano più che Buon Pirata e la sua ciurma di amici li lasciassero?

Era piaciuto così tanto lo spettacolo Di Olivetta, Poppenrocke, Rosetta, Cuccuruccù e Tu Chitti che continuavano a rimpinzarli di cibarie e di pregarli di restare ancora altri giorni per una replica e un’altra e un’altra ancora.

Ma il Pirata decise che dovevano continuare il viaggio, avevano già perso molto tempo. La meta era vicina: Maracaibo.

Ancora poco tempo di navigazione e l’avrebbero raggiunta.

E avrebbero trovato lui: il Governatore.

A bordo Buon Pirata mostrò ancora l’anello con l’effige del Governatore. Da quando il sindaco dell’isola glielo diede, non lo aveva ancora tolto dal dito.

E poi mostrò il bauletto trovato in un’isola con il biglietto di sfida dello stesso governatore. Cosa conteneva di tanto importante? Cosa sapeva il Pirata che non diceva agli amici? Mistero della fede.

“Tutti pronti, ciurma! Alziamo le vele e leviamo l’ancora! Rotta per maracaibo!” disse

“Ahrrr !” rispose chi poteva parlare, pappagallo compreso. Mentre Rosetta ululò e Cuccuruccù cantò una canzone da tucani.

E tutti si misero di buona lena a governare lo scafo.

Mentre la nave navigava placida nel mare cristallino, avvistarono un grandissimo uccello che si avvicinava.

Quando si avvicinò abbastanza, capirono che era un Albatros. Era il Re dei Cieli, il più maestoso che si potesse vedere. Tanto portentoso che per volare non batteva mai le lunghissime ali. Planava nel blu e, quando avvistava un pesce in superfice, si abbassava a sfiorare l’acqua e lo catturava col poderoso becco.

Fattostà che dopo un poco che volteggiava attorno alla barca, decise di atterrare sulla coperta del Galeone. Forse era stanco. Tutta la ciurma si avvicinò con deferenza a quel Monarca volante. Lui li guardò e sembrò dire “Siamo amici ora” e ciò fu beneaugurante per tutti.

Anche per Buon Pirata che, dopotutto, non credeva alla superstizione.

“Io so il tuo nome: è Charles.” e tutti e due piegarono la testa in un reverente inchino.

“Forse Charles è affamato” disse Olivetta.

“Gli prendo del pesce fresco, chissà che lo accetti” propose Poppenrocke.

In effetti fu proprio così. Il Re Albatros Charles accettò il cibo in dono, poi riposò qualche ora.

Quando si riprese, il grande volatile si alzò sulle zampe e spiegò le sue ali. Ma, ahimè, essendo troppo lunghe, non riusciva da là sotto a ricevere la spinta del vento per librarsi in volo.

Allora Buon Pirata si illuminò:

“So come fare per far volare il nostro amico.”

Prese una grande gerla dalla stiva e invitò ad accomodarsi all’interno l’Albatros, che così fece, anche se la posizione fu alquanto ridicola.

Fece entrare prima il portapiume, lasciando testa e gambe fuori della gerla. Ed in piu le ali che naturalmente non ci stavano dentro erano ciondoloni.

Stavano per scoppiare a ridere, ma Buon Pirata, dopo essersi morso il labbro inferiore per non sghignazzare, diede un’occhiataccia a tutti, e diventarono serissimi.

Allora si mise sulle spalle gerla ed Albatros e salì, sbuffando di fatica, sulla coffa dell’albero maestro.

Lì giunto invitò il grande uccello ad uscire dal contenitore e, dopo un altro grazioso inchino, si tolse il tricorno e disse:

“Sire, mi permetta di aiutarla a spiccare il volo.”

Allora il maestoso pennuto chinò accondiscendente la testa, Buon Pirata lo prese gentilmente tra le braccia. Lo sporse dalla coffa e lo lasciò andare.

Subito l’Albatros prese l’aria sotto le ali e cominciò a planare allontanandosi dopo aver girato qualche volta attorno alla coffa e chinando più volte la testa verso Buon Pirata.

Poi si allontanò e il Pirata urlò agli altri di girare la barra e seguire la sua direzione.

Sapeva che era la direzione giusta da prendere, l’Albatros li avrebbe guidati.

Così trovarono tutti i venti favorevoli che li guidò in metà tempo a Maracaibo!

In vista della terra all’orizzonte, salutarono cordialmente Il Re dei Cieli e cominciarono ad avvicinarsi alla terraferma.

Buon Pirata non stava più nella pelle: ancora un poco e sarebbe stato faccia a faccia col Governatore, finalmente.

Arrivarono alla rada, ancorarono il Galeone e si prepararono allo sbarco.

“Siate forti miei prodi! Questa sarà la nostra più grande avventura!”

Quindi si sistemarono giubbe e cinturoni. A Rosetta fu sistemata la bandana ed il fiocco. Tu Chitti e Cuccuruccù si sistemarono sulle spalle del Pirata, mostrando tutti i loro splendidi colori.

Quindi calarono in mare la scialuppa e remarono fino al porto.

Erano appena scesi sulla banchina, quando furono circondati da un manipolo di soldati in divisa cremisi.

“Buon Pirata e la sua ciurma, eh? Vi stavamo aspettando. Ho l’ordine di condurvi dal Governatore. Seguitemi senza fare storie.” intimò loro un sergente.

Buon Pirata sospirò, fece un cenno agli amici e si incamminarono, lemmi lemmi, attraverso le strade di Maracaibo, circondati dai soldati impettiti.

Dopo qualche minuto si fermarono davanti al palazzo più bello di Maracaibo. Si aprì il portone e salirono uno scalone che portava nelle stanze in alto.

Entrarono in un grande salone, dove in fondo c’era un enorme scrivania e seduto su un magnifico trono c’era il Governatore in persona, vestito sfarzosamente di un abito argentato, una fascia verde che gli cingeva le spalle e la parrucca da governatore..

Si alzò e si diresse verso la ciurma di amici e i soldati, che stavano dietro sull’attenti, tenendo in mano una scatola.

“Buon Pirata, ci si incontra. Alla buon’ora!” disse guardando negli occhi il Pirata scintillante di diamanti.

“Questo è tuo?” chiese di rimando al Governatore, mostrando l’anello che aveva al dito.

“Ora è tuo. E questa, invece è tua?” gli disse questi mostrando ciò che teneva in mano: una scatola di biscotti!

“Certo, ma ora è tua.” disse Buon Pirata sorridendo, e poi tutto d’un fiato:

“Ora, come mi hai promesso, navigherai per sempre con me?” finita la domanda guardò negli occhi il Governatore, che sorrise e rispose:

“Wow! Sì!”.

Perchè questo ci dice l’Ottavo Condimento: se si apprezzano le stesse cose, non c’è limite all’amore tra persone maggiorenni, consenzienti e mentalmente mature.

Da quel giorno si disse: “Navigare è bello, con la tua famiglia è meglio.”

RAmen.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo non verrà pubblicato. Campi obbligatori con l'asterisco*.

Ricevi un avviso in caso di risposta. Oppure iscriviti senza commentare.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.