Buon Pirata controllava le carte nautiche. Stava calcolando la rotta per raggiungere la prossima isola dove Olivetta, l’attrice, e Poppenrocke, la cantante, potessero esibirsi nei loro spettacoli.

Intanto la vita a bordo della nave scorreva nel suo tran tran. Tutti svolgevano i loro compiti affinchè la nave corresse efficiente nel vento.

Così si avvicinavano ogni giorno di più a Maracaibo, dove c’era il Governatore che, a quanto pare, li stava aspettando.

Già aveva fatto recapitare a Buon Pirata qualche messaggio e pure un regalo. E lui non vedeva l’ora di incontrarlo.

Comunque adesso dovevano prima arrivare alla prossima isola, senza fare tanti voli pindarici.

Ad un certo punto sentì:

“Fellone! Marrano! In guardia!”

” … guardia, ahrrr … ”

E poi quasi un urlo che fece tremare i vetri della cabina e tintinnare i bicchieri della cambusa.

“IiiiIIIIiiiiiIIIIiii!”

“Wof!Wof!”

Ma non erano altro che le due artiste che stavano provando, una a recitare e l’altra a ballare, e stavano insegnando una al pappagallo Tu Chitti a far gli inchini pirata, e l’altra a Rosetta la cagnolina ad abbaiare a tempo e far un balletto su due zampe.

“Ma bravissimi tutti!” disse il Pirata ridendo di gusto “Vi verrà fuori proprio uno spettacolo coi fiocchi. Ma ora l’isola è vicina, prepariamoci che dopo dobbiamo sbarcare.”

Quindi si avvicinarono all’isola e misero la nave alla fonda. Poi calarono la scialuppa per raggiungere la terraferma.

Un momento prima di salire, Buon Pirata si arrestò. Sembrava quasi che si fosse dimenticato qualcosa in cabina, perchè si battè la fronte con la mano buona, corse dentro, prese un sacchetto che fece scivolare nella tasca, poi uscì e finalmente salì nella barca.

La storia del sacchetto misterioso.

Intanto bisogna tornare indietro nel tempo, quando Buon Pirata solcava i Mari d’Oriente. Non aveva ancora il suo Galeone, ma una Giunca, cioè una nave a tre alberi con vele quadre, tipica di quei mari.

Mentre navigava incrociò un’altra giunca. Ma questa nave era in forte difficoltà perchè stava per essere attaccata dai famigerati pinguini.

Cercavano di salire a bordo, forse attirati dall’odore di pesce che trasportavano.

Già il povero veliero stava per soccombere, quando Buon Pirata, che si stava avvicinando sempre più, lancio un urlo, una perfetta imitazione dell’orca mangiapinguini affamata.

I pinguini si spaventarono non poco e, in un battibaleno, girarono i tacchi e scomparvero nel mare, il più veloce che gli fu possibile.

“Hurrà!” salutarono dalla nave

“Ahrrr!” rispose la ciurma di Buon Pirata.

Dopotutto non c’è niente di meglio che rispettare i Condimenti ed il Settimo dice che LVII preferirebbe che si amasse il prossimo. “E aiutato se è in difficoltà.”, aggiunge Buon Pirata.

Il Capitano della giunca, che trasportava davvero barili di pesce, non smetteva più di ringraziare Buon Pirata, offrì molto ramen, fino a scoppiare e i due equipaggi pregarono assieme.

Poi, prima di accomiattarsi, regalò al pirata un sacchetto e una lettera chiusa dalla ceralacca.

“Li ebbi da dei viaggiatori dalla lontana Armenia. Sono sicuro che ne farai un buon uso ed al momento che riterrai opportuno.” disse a Buon Pirata.

Poi le loro rotte si divisero e non si incontrarono più. Ma Buon Pirata conservò il sacchetto e la lettera.

Fino a quel giorno.

Perchè adesso sentiva che gli sarebbe servito.

Così scesero a terra, in quell’isola coltivavano solo rose, che però era difficile far arrivare nelle isole vicine senza farle appassire.

Furono accolti dagli isolani festanti, felici nell’apprendere che ci sarebbe stato uno spettacolo.

E fu un trionfo ci furono applausi per tutti: Rosetta ed Poppenrocke per i canti ed i balli, Tu Chitti ed Olivetta con la loro recita.

Insomma, alla fine ci fu una spaghettata colossale con tutti gli abitanti. E tutti ringraziarono il Prodigioso, che come al solito non gli sarebbe interessato punto, ma fa sempre bene pregarlo due volte al giorno, con spaghetti o altro.

Il sindaco dell’isola si avvicinò a Buon Pirata, e gli confidò che qualche tempo prima passò di là il Governatore con la sua nave, e gli pregò di consegnare una scatolina sigillata:

“Ad un Pirata vestito di blu e scintillante di piccoli diamanti.” così gli disse, ed il sindaco era sicuro che il tal pirata in questione era proprio lui.

Buon Pirata scartò il pacchettino. Dentro c’era un magnifico anello con lo stemma del Governatore di Maracaibo. Ne fu molto contento e lo mise subito al dito.

Quindi seppe che doveva ricambiare e donò il sacchettino che ebbe nei Mari d’Oriente. Sentiva che era arrivato il momento giusto.

Quando il sindaco li aprì, dal sacchetto uscirono dei noccioli, e nella lettera con la ceralacca era spiegato che erano semi per far crescere alberi di frutti dell’Armenia, che furono chiamati Armellini, ed una ricetta segreta per fare la marmellata di petali di rose.

Da quel giorno si disse: “I Doni che hai ricevuto, serviranno al momento opportuno”

RAmen.

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