CENSURATO Il Festival delle arti Censurate: lettera aperta di Scialatiella Piccante

Domani il Festival Ceci n’est pas un blasphème si sarebbe dovuto concludere con due performance donate alla causa e al Pan dall’artista Abel Azcona.

Abel è un artista di fama internazionale.

Ieri la dirigenza del PAN, a malincuore, non ha autorizzato l’azione ritenendola non adeguata all’emotività dei bambini dai 7 ai 10 anni che l’artista aveva intenzione di coinvolgere.

Considero la decisione della direttrice conseguenza delle pressioni mediatiche di questi giorni, delle quali la reputo una vittima. Ribadisco pertanto la mia comprensione. Nessuna parola di biasimo, da parte mia, per le difficoltà in cui è venuta a trovarsi.

Resta il fatto che il Festival delle Arti per la libertà d’espressione subisce una censura preventiva per paura di eventuali reazioni.

Abbiamo proposto ad Abel una sede alternativa, che avevamo già trovato preparandoci al peggio. Abel ha respinto la nostra proposta, preferendo denunciare la censura con la sua completa assenza.

Qui potete leggere il comunicato stampa completo

Qui potete leggere la mia lettera di risposta alla comunicazione del PAN:

Gent.le dott.ssa Vaccaro,

le prime parole che desidero rivolgerle sono di ringraziamento. Accogliendo il nostro programma, il PAN ha anzitutto rispettato la vocazione del Palazzo ad essere un centro sperimentale di diffusione della cultura e dei linguaggi espressivi.

La nostra iniziativa ha posto alla collettività molte domande.

È opportuno che una società, che si appresta a diventare multiculturale, conservi reati che puniscono invettive religiose?

L’aggettivo “blasfemo” non andrebbe sostituito, più sovente di quanto non si faccia, con l’aggettivo anticlericale?

Di fronte alla strumentalizzazione del sentimento di offesa, è utile reprimere la provocazione dell’arte o intraprendere un audace percorso educativo che ricordi che il rispetto delle tradizioni religiose non può diventare legge? Diversamente, qualsiasi pensiero alternativo alle credenze religiose rischia di diventare fuorilegge.

Questa premessa ricapitola le questioni offerte all’interno della manifestazione, che è dichiaratamente collegata a una battaglia civile: chiediamo l’abolizione dei reati che puniscono la blasfemia, ritenendo la blasfemia non comparabile a un illecito o un delitto.

Vengo a rispondere alle sue osservazioni.

La performance di Abel è un’opera di straordinaria delicatezza, una posa scultorea, priva di interazione, della durata totale di 45 minuti. I bambini coinvolti, di età compresa tra i 7 e i 10 anni, alternandosi avrebbero dovuto assumere una posa fotografica per il tempo adeguato alla loro personale resistenza. Che tale performance li avrebbe provati fisicamente ed emotivamente, a violazione dei diritti dell’infanzia, non mi appare ragionevole, neanche in considerazione del fatto che avrebbero dovuto impugnare una pistola giocattolo: se queste fossero inadeguate all’infanzia, non ce ne sarebbero in commercio; se non fosse possibile far recitare bambini in sceneggiature di violenza, non avremmo film horror, drammatici, di denuncia che al contrario vedono protagonisti proprio bambini, sebbene poi quegli stessi film siano vietati ai minori, anzi sarebbe considerato uno sfruttamento anche la posa fotografica per le pubblicità di moda.

È evidente che la motivazione del suo respingimento non può essere questa.

Io capisco che la sua non è una motivazione, bensì una preoccupazione. Avrebbe potuto rifiutare il dono dell’artista, appellandosi a un mero aspetto formale: l’iniziativa non rientrava nel progetto originario. Questa scelta, di mettere in luce una preoccupazione, mi spinge a credere con convinzione nel suo rammarico e nel suo dispiacere.

Prima di intraprendere il nostro progetto, mi sono ripromessa che avrei fatto il possibile per spostare l’attenzione dalla provocazione, dalla trasgressione dell’arte alla “reazione” delle comunità: il pubblico deve imparare a gestire le proprie reazioni emotive: in tutti i casi giuridici, commerciali, mediatici, artistici, da noi raccolti e catalogati, osserviamo una seria sproporzione tra il fatto e la reazione. Pertanto ho ragione di credere che è in questa fase del dialogo pubblico, nella reazione, vada posta ogni attenzione e vigilanza.

Lei è vittima delle pressioni esagerate e strumentali che si sono mosse contro l’iniziativa, anche in conseguenza della oggettiva assenza di argomentazioni politiche, strategiche, economiche che caratterizzano il vuoto di contenuti delle nostre campagne elettorali, le quali – pur di parlare di qualcosa – vanno a caccia delle presunte, altrui inadempienze.

Il ricattato non può essere oggetto di biasimo. Indirizzo il mio alle persone che l’hanno messa sotto pressione e che rifiutano alcuni basilari principi: il nostro Stato è laico, aconfessionale, la religione di Stato non esiste più, lo spazio pubblico non ha l’obbligo di esporre solo opere belle, classicheggianti e sacre, ma anche opere satiriche, problematiche, conflittuali: i linguaggi dell’arte, siano essi imprigionati nei musei o diffusi nelle nostre strade, supportano atti comunicativi e non azioni repressive.

Il nostro Festival si conclude giovedì 30 settembre, domani. La Giornata internazionale della blasfemia, indetta dalle principali organizzazioni laiche mondiali perché siano aboliti i reati che la puniscono, si conclude con una scelta censoria animata dalla paura delle reazioni. Si conclude, tramutando noi in uno dei casi di censura preventiva che abbiamo censito in questi anni.

Più che un fallimento è la conferma che è necessario continuare le nostre ricerche, le nostre attività divulgative, le nostre proteste.

La ringrazio moltissimo, le giunga l’affetto con cui esprimo comprensione e solidarietà per le difficili contingenze in cui si è trovata.

Caramente,

Emanuela Marmo

Spappessa (ex Pastefice Massima), assatirata, compagna di arrembaggi di artistə perseguitatə per ideologie religiose, ispiratrice con le sue accorate parole della Ciurma Pastafariana dalla Campania a tutto lo Stivale.

1 Commenti

  1. Credo che quanto accaduto non faccia che confermare il bisogno di più iniziative simili, io ne proporrei uno in contemporanea nazionale . RAmen

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