Breve storia del Sacro Copricapo Pastafariano
Ai quattro angoli del globo terracqueo in questa giornata ricorre la celebrazione del Sacro Copricapo Pastafariano.
L’occasione è ghiotta – e chi siamo noi per sprecare una ghiottoneria? – per fare un po’ di chiarezza sulle origini del caratteristico indumento pastafariano, nonché di questa celebrazione. Molte persone infatti tendono (complice forse il fatto che le informazioni sono arrivate durante un Beverdì dagli livelli spirituali) a travisare e fare un po’ un pasticcio di costumi e tappe storiche ben distinte tra di loro.
Questa giornata arriva giusta giusta per mettere le cose al loro posto, sfatare miti e smontare fake news su questo elemento caratteristico del nostro bel pezzo di Culto.
Procediamo con ordine, allora, iniziando dall’antipasto: il dubbio.
Qual è il vero Sacro Copricapo Pastafariano? Durante le incursioni piratesche capita di vedere chi indossa un tricorno piratesco, chi uno scolapasta, chi improbabili assemblaggi di entrambi…chi lo sta facendo bene, rispettando le autentiche tradizioni pastafariane? A quest’ultima domanda la risposta è, molto semplicemente, che chiunque arremba per la libertà lo sta facendo alla maniera pastafariana, a prescindere da cosa ha calzato sulla testa.
Tuttavia, se proprio vogliamo fare le persone precisine, guardando la storia del Pastafarianesimo in epoca moderna possiamo notare che le varie usanze emergono in momenti differenti.
E allora…prima portata: la Rivelazione.
Il nostro Profeta Bobby Henderson (il sugo sia sopra di lui) nel 2005 ha rivelato al nostro Mondo la Verità che da tempo sopravviveva come la brace sotto uno spesso strato di cenere dentro al barbecue: con la sua Lettera Aperta al Consiglio per l’Istruzione del Kansas, contenuta nell’edizione dell’anno successivo Il Libro Sacro del Prodigioso Spaghetto Volante ha fornito una preziosa indicazione a chiunque volesse riscoprire il Culto più antico del mondo e rendere evidente al mondo la propria natura piratesca.
è considerata una mancanza di rispetto insegnare le nostre convinzioni senza indossare il Suo abito prescelto, che naturalmente è un abbigliamento completo da pirata. Per quanto io possa sottolinearne l’importanza, non sarà mai abbastanza e purtroppo non posso descrivere in dettaglio le ragioni per cui bisogna farlo, perché temo che questa lettera stia già diventando troppo lunga. La spiegazione concisa è che Egli si arrabbia se non lo facciamo.
dalla Lettera Aperta al Consiglio per l’Istruzione del Kansas, B. Henderson, 2005
Nel rivelare che il completo piratesco (full pirate regalia) è l’abbigliamento voluto dal Prodigioso Spaghetto Volante per raccontare la Sua Sugosa Bontà al mondo e spargere il Verbo (e il Verbo è: AHRRR!), il Profeta (che il pesto sia sempre con lui) intende ciò che va dalla testa ai piedi, copricapo compreso: ecco perché bandane e fasce con sopra tricorni o feluche possono essere considerate a pieno titolo Sacri Copricapi Pastafariani.
E qui alcuni gruppi pastafariani hanno attraccato, tipo la Kirche des Fliegenden Spaghettimonsters la compagine teutonica degli adoratori del Prodigioso fondata a poca distanza dall’edizione del Libro Sacro: i confrittelli della patria della Sacra Bevanda si definiscono Pastafariani Ortodossi, seguono le indicazioni del Libro Sacro e pertanto indossano unicamente copricapi pirateschi.
Tutto chiaro fin qui? C’è chi si chiederà: ok ma…lo scolapasta quindi, quando entra in scena? Da dove arriva? Beh in effetti, visto che stavamo parlando di Germania, da neanche tanto lontano…
Va bene ordunque, è arrivato il momento di servire il secondo: l’Eresia Almista.
Qualche anno dopo la Rivelazione, il Pastafarianesimo è in pieno fermento. Non solo nascono le varie compagini nelle Americhe, in Europa e negli altri continenti (bisognerà aspettare ancora qualche anno per la Fondazione della Chiesa Pastafariana Italiana a opera di Pappa Al Zarkawi I) ma ci si sbizzarrisce nello sfoderare le armi pastafariane negli ambiti più disparati della vita pubblica, compiendo eroiche gesta ancora oggi narrate nelle peggiori bettole di tutto il pianeta in nome della libertà.
Un arrembaggio entrato nelle pagine di storia pastafariana è quello di un attivista austriaco, conosciuto col nome di Niko Alm, nel 2008. Sua è stata l’idea, dopo aver letto un opuscolo informativo (qui il racconto con le sue stesse parole) di presentarsi all’ufficio della Motorizzazione Civile chiedendo che, per motivi religiosi, la sua foto della patente di guida sottoposta a rinnovo fosse conforme ai dettami della sua religione: il Pastafarianesimo. La richiesta di accedere ad un privilegio concesso a seguaci di diversi culti (come ad esempio musulmani, sikh e come non dimenticare le suore cattoliche) fu accompagnata da quel che, secondo Niko, poteva ben rappresentare la fede nel Prodigioso in una foto: uno scolapasta indossato sulla testa.
Come oramai la storia ci ha abituato, quello che è seguito è uno dei più efferati casi di pastafarianofobia: la direzione trasporti della Bundespolizeidirektion di Vienna, dopo diverse settimane, rifiutò in prima istanza la richiesta di Niko, giudicando la sua richiesta come ridicola e inapplicabile, di fatto discriminandolo rispetto a fedeli di altri culti. Il nostro confrittello non si diede per vinto, seguirono quindi anni di cause legali – nonché una perizia psichiatrica! – quando, inaspettatamente, un atto di giustizia: il 12 Ottobre del 2009 la patente con la foto richiesta fu emessa dalla Motorizzazione. La foto della patente con lo scolapasta, condivisa in Rete da un entusiasta Niko Alm fece, in poche ore, il giro del mondo.
Altri ostacoli sarebbero comparsi durante la navigazione: solo nel 2011 Niko ha finalmente ottenuto in modo definitivo dalle autorità austriache la dichiarazione di validità per la sua patente scolapastata.
Nel frattempo, tuttavia, da quella foto erano nate due componenti fondamentali degli attuali costumi Pastafariani: il costume derivato dal gesto di Niko di indossare uno scolapasta come Sacro Copricapo (elemento rituale assente nel Libro Sacro, ma al quale si fa menzione nel secondo testo di riferimento dei pastafariani, il Loose Canon), giudicato eretico dai Pastafariani più ortodossi, e la presente celebrazione.
La Giornata Internazionale del Sacro Copricapo nasce quindi in quell’occasione, per ricordarci e ricordare al mondo una indiscussa vittoria del popolo del Prodigioso Spaghetto Volante: nell’accesso a un privilegio per alcuni, ma non per tutti, possiamo porre in evidenza il nonsense dello Stato che concede spazi di libertà in nome di sistemi di credenze più o meno autorevoli, più o meno verosimili, ma sempre e comunque indimostrabili.
Perché se accettiamo l’idea che a qualcuno Dio ha detto di indossare sempre un pugnale o un drappo attorno alla testa, ci sta anche che magari abbiano capito male: in realtà parlava di uno scolapasta e di un uncino piratesco, chi lo può dire?
Bene, spero sia tutto un po’ più limpido, ora che abbiamo messo in fila i fatti.
Sentite ancora un po’ di spazio per un’altra portata? Dopo questa bella scorpacciata di informazioni ci starebbe un bel dessert?
Beh, sentite questa: il dessert ce lo mettete voi!
Come? Festeggiando questa ricorrenza come si fa, alla piratesca maniera, da quando è stata istituita: usate gli spazi social (quelli dentro, ma anche fuori dallo schermo) per esibire con orgoglio il vostro Sacro Copricapo, sia esso un tricorno, uno scolapasta o una sapiente combinazione dei precedenti.
Indossate il vostro Sacro Copricapo migliore, mostratevi al mondo in tutta la vostra gagliardaggine da pendagli da forchetta e non smettete mai di arrembare per la libertà.
Il Prodigioso è con noi, i pirati vincono sempre.
RAmen!