Ceci n’est pas un Blasphème
Ceci n’est pas un Blasphème è il festival delle arti per la libertà di espressione e contro le leggi anti-blasfemia, che sono strumenti politici con lo scopo di sopprimere avversari politici, dissidenti, personaggi scomodi. Censurare artisti, autori, scrittori, insomma i portavoce del libero pensiero.
Organizzato dallo staff creativo della squadra pastafariana dedicata nella campagna Dioscotto, che si inscrive nella campagna internazionale End Blasphemy Laws, il Festival è curato e diretto da Emanuela Marmo, la quale ha riunito artisti, autori ed esponenti della cultura laica:
«Denunciare i poteri finanziari delle chiese o il loro sostegno a dittature e organizzazioni paramilitari è blasfemo? Contestare la consuetudine delle spose bambine o l’obbligo del velo è ingiusto? Smascherare gli stereotipi di genere o di ruolo costruiti dalle tradizioni è illegittimo? Dittature, abuso di minori, discriminazione sessuale: tutto questo non è molto più pericoloso della bestemmia?»
L’applicazione di una legge che dovrebbe tutelare un non meglio identificato “sentimento religioso” è altamente soggettiva, completamente arbitraria. Ci sono Paesi in cui anche il canto di una donna può essere ritenuto blasfemo. Una realtà che non può essere oggetto di satira né criticabile, diventa intoccabile: un dio innominabile diventa davvero onnipotente anche sul piano politico e sociale. Per questo nasce “Ceci n’est pas un blasphème”, il festival delle arti censurate.
Daniele Fabbri parla del festival
attore, comico, autore, curatore sezione teatro e stand-up comedy del festival
L’assessorato alla Cultura di Napoli, che patrocina l’evento, ha messo a disposizione l’intero primo piano del PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, dal 10 al 30 settembre 2021.
Il tema sarà affrontato attraverso una vasta mostra tematica sui casi di abuso dei diritti di libertà e di espressione, perpetrati attraverso le leggi “antiblasfemia” in tutto il Mondo. Il pubblico si stupirà di quanti di questi casi trovino gli sviluppi in quell’Occidente storica patria culturale di rivoluzioni della laicità. Saranno ospitate inoltre grandi collettive di artisti; una rassegna di performance live che si sviluppa tra musica, teatro e stand-up comedy; tre appuntamenti sul tema del cinema, con proiezioni, interviste e dibattiti. Una serie di talk accompagneranno le esperienze di ex-musulmani, attivisti per i diritti lgbt+, femministe arabe, informazioni legali, riflessioni di autori e filosofi. Puoi vedere tutti i partecipanti direttamente sul sito web del festival: https://articensurate.it/
Tutto questo è possibile grazie al contributo di tutti: è in atto una campagna di crowdfunding che ci permetterà di sostenere le spese logistiche per questo evento. Maggiore sarà il budget e più potremo valorizzare gli artisti ed il messaggio. Clicca qui per contribuire anche tu: https://www.gofundme.com/f/sostieni-il-festival-delle-arti-censurate
Maryam Namazie parla del festival
attivista di origini iraniane, femminista, co-fondatrice del Consiglio degli ex-musulmani britannici
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