Libertà o blasfemia?

LETTERA
Da poco ho saputo che la vostra associazione è favorevole all’abolizione delle leggi sulla blasfemia e sul vilipendio. Dopo le cose accadute in Francia e a Copenaghen, davvero pretendete che le legge autorizzi l’insulto ai danni dei sentimenti religiosi? Ma non vi rendete conto che ci vuole un freno?
Il fatto che fingiate di credere in uno piatto volante di Spaghetti, solo per camuffare un ateismo cinico e materialistico, davvero vi impedisce di comprendere che esistono idee da rispettare e tutelare?
Gesù diceva che saremo giudicati per la nostra parola! Non possiamo sforzarci di onorare il dono del linguaggio usandolo per fini edificanti anziché offensivi?

Mamma desiderosa di un mondo migliore.

RISPOSTA

Piratessa ispirata

Cara mamma-desiderosa-di-un-mondo-migliore,
mi perdonerà se, prima di risponderle, mi sono fatta un cicchetto: ciò potrebbe compromettere la fermezza della mia mano, quindi se dovesse trovare qualche fallo, non si scandalizzi.
Per prima cosa, non fingo di credere in un Prodigioso Spaghetto Volante: ci credo proprio! Anzi, se la mia religione fosse riconosciuta, ora potrei adire vie legali nei suoi confronti, ritenendomi danneggiata e offesa. Invece― non posso. La mia idea religiosa, al momento, è solo un’idea come un’altra, mentre la sua, cattolica, è un’idea speciale e si avvale di leggi “ad hoc”. Pertanto, mi chiedo: non sarà forse che le leggi “ad hoc” ― cara signora ― esprimano discriminazioni e, quindi, privilegi? Non ci aveva ancora pensato? Come si sentirà adesso il suo senso di colpa adamitico?
George Carlin diceva: Indù, musulmani, ebrei, cristiani, tutti a uccidersi perché “Dio aveva detto che…”
Mamma cara, è vero quello che dice: dopo l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo del 7 gennaio si è attivata una riflessione che, oltrepassando l’inutile cavillo su quali limiti debba avere la satira, focalizza un problema concreto e non retorico. La religione non deve diventare potere politico né uno strumento della politica. Il movimento internazionale per l’abolizione delle leggi e dei codici che puniscono la blasfemia e il vilipendio, guidato dall’International Humanist and Ethical Union (IHEU) e dall’European Humanist Federation (EHF), in effetti persegue l’eliminazione di quegli articoli che favoriscono la strumentalizzazione della religione a fini politici, quindi io direi che il sentimento religioso è ampiamente tutelato proprio da questo intento. O a lei piacerebbe che il suo sentimento religioso venisse strumentalizzato dal potere? La sua potrebbe essere un’inedita figura erotica: la masochista religiosa.
Tornando seri, infine mi domando: Dio ha bisogno della protezione dell’uomo, suo figlio? Se i compagni di scuola di suo figlio le dessero della troia, lei domanderebbe al suo pargolo di gettarsi nella mischia e di fare un macello in sua difesa?
Potrei elencarle un lungo numero di persone, scrittori, giornalisti, artisti che sono stati puniti nel mondo con accusa di blasfemia, accusa dietro la quale si è leso il diritto di opinione. Mi limito a citare un solo uomo, certa che anche lei lo conosce, bruciato in piazza, secoli fa: Giordano Bruno.
Se consideriamo le idee religiose semplicemente “idee”, possiamo concludere che il reato di blasfemia non è indispensabile a che il libero pensiero dei cittadini non sia offeso, essendo già previste norme in tal senso. Le ricordo, però, che nel 1976 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che la libertà di parola, indipendentemente dalle idee religiose, ideologiche o filosofiche professate, comprende il diritto di «sconvolgere, turbare e offendere» ed è per questo che non mi prendo il disturbo di denunciarla a causa dell’offesa contenuta nella sua lettera. Riconosco che ciò è contemplato nel suo diritto di esprimersi.
Ma sono così felice di pensare e di esprimermi in altro modo che quasi quassi festeggio con un altro cicchetto! Nella foto che allego mi può vedere, in uno dei nostri luoghi di culto, appunto mentre esercito il mio pensiero felice.
Beverenda Scialatiella Piccante, Frescova di Salerno
Mamma desiderosa di un mondo pastafariano.

 

Spappessa (ex Pastefice Massima), assatirata, compagna di arrembaggi di artistə perseguitatə per ideologie religiose, ispiratrice con le sue accorate parole della Ciurma Pastafariana dalla Campania a tutto lo Stivale.

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