Lo dice la scienza… o no? Guida di sopravvivenza! – Livello 1: sexy killer nurses
È una guerra fratello, una fottutissima guerra. Immagina la giungla del vietnam, immaginala piena delle bestie australiane che più vogliono ucciderti. Ora aggiungici i vietcong, ma non quelli normali! No, mettici dei ninja zombie pieni di serpenti velenosi. Adesso mettici pure qualche infermiera sexy che in realtà è un serial killer. Non basta, devi stare attento anche al tuo gemello robot malvagio creato da una multinazionale cattiva solo per ammazzarti.
Ok, adesso hai una rappresentazione mentale adatta di cosa succede a cercare informazioni scientifiche su internet: o sei il maledetto Rambo, o stai tranquillo che sei stato avvelenato con una dose mortale di anti-scienza appena ci hai messo piede. E l’anti-scienza uccide, anche nella vita reale (vedi qui, ne sono già morti in tanti).
Ma non temere, si può diventare Rambo, anzi, in realtà non è neanche troppo difficile, tutto sta a imparare a riconoscere i pericoli e a distinguerli dalla ricerca genuina. È un pò come far sparire un elefante: facile, se sai come farlo.
E ti prometto che alla fine di questo articolo, saprai come fare. Non ti chiedo di affrontare tutto l’addestramento di colpo, anzi, forse la cosa migliore è prendersela con calma, avanzare di grado poco a poco. L’importante è non fermarsi e migliorare ogni giorno fino al livello massimo.
Trovata la cura contro il cancro!1!
~giornale ignorante a caso, tutti i martedì
Partiamo dall’abc: mai fidarsi dei titoli degli articoli di giornale.
Mai.
Sono attraenti, hanno le curve giuste al punto giusto, sembrano volerti aiutare … e ZAC! Sei stato avvelenato da una sexy infermiera serial killer!
Quando va bene e l’autore è uno che scrive onestamente, con cognizione di causa e fa bene il suo lavoro, come minimo il caporedattore che ha messo il titolo sull’articolo ha ignorato tutto quello che gli ha detto il giornalista e si è chiesto solo “Di che parla questo pezzo? Cancro? Ok, iniziamo con «trovata cura per il cancro»…”.Aggiungiamo che nove volte su nove, il giornalista della ricerca non ha capito una mazza perchè a lettere non gli hanno mica spiegato la differenza tra i vari tipi di cancro (per questo motivo ogni volta che leggi “cura per IL cancro”, sai già che è una stronzata: è come dire “cura per LA malattia”) e magari durante la presentazione della ricerca il nostro reporter mentalmente assaltato pensava “Mitocondriale ce lo dici a soreta!”
Tutto questo quella rara volta che una presentazione se l’è vista veramente o la ricerca ha provato addirittura a leggerla e non si è limitato a fare copia-incolla da un altro giornale o a tradurre male un pezzo uscito su un’agenzia stampa straniera. Con quella divisa bianca e l’aria autorevole da infermiere dell’informazione sembrano sempre seducenti… ma sotto sotto sono lì per fregarti (i click).
E’ grazie a professionisti del settore di questo calibro che si sono visti titoli come “annusare scorregge fa bene alla salute“(sic!) quando tutto quel che diceva la ricerca originale è che una molecola incidentalmente anche contenuta nelle flatulenze intestinali è prodotta dalle cellule per compensare lo stress, ma da nessuna parte si diceva alcunchè sul nuclearizzarsi le narici con un trapassato remoto di peperonata per migliorare la propria salute.
Altro tipo di titolo sempre sballato è quello nella forma “gli italiani sono più magri” di cui abbiamo una diapositiva. Perchè sempre sballato? perchè puntualmente la ricerca indica una tendenza, non una differenza netta. Non è affatto vero che tutti gli italiani siano più magri di tutti gli inglesi, del resto anche noi abbiamo il nostro elefantino nazionale a dirigere fogli di pseudogiornale, ma non è certo più un grissino del principe carlett … Carlo. Un titolo giusto sarebbe “gli italiani TENDONO ad essere meno obesi”, ovvero che se prendiamo 100 virgulti di paese nostrani e 100 d’importazione, la percentuale di balenottere spiaggiate è minore nel primo gruppo che nel secondo. Ciò non toglie che almeno un cetaceo c’è da tutte e due le parti.
Sono stato io!
~il dottor male in soggiorno con la chiave inglese
Insomma, vai sempre alla fonte. Se non c’è o il link allo studio o nome e cognome dell’autore e titolo della rivista scientifica su cui ha pubblicato o ancora l’università da cui viene, è quasi sicuramente una stronzata perchè il giornalista non ha letto l’originale, o perchè se l’è proprio inventata di sana pianta, la storia.
Stanare una notizia da internet richiede appropriate dosi di pazienza e abilità di ricerca. Purtroppo il talento di distinguere una cazzata detta da uno col camice bianco che sta ubriaco al bar (e magari è solo il garzone del macellaio) da una ricerca scientifica sembra estinto nella stampa, quindi tocca tornare a fare da se!
Per riuscirci senza avere delle conoscenze di base su come funziona la letteratura scientifica (arrivano nei prossimi articoli, promesso!) però possiamo utilizzare una serie di trucchi e scorciatoie. Non sono efficaci al 100%, ma vi terranno a galla e vi difenderanno dalle trappole più facili da evitare, che sono anche le più abbondanti nella giungla informativa. Onnipresenti quanto i proiettili vaganti che ti fischiano vicino alle orecchie. Ricorda: è una guerra.
Per controllare se le notizie sono sospette puoi provare uno di questi metodi (o tutti):
- cercare sul tuo motore di ricerca preferito le parole chiave dell’articolo più “bufala” e vedere se salta fuori qualcosa
- prendere un paio di righe, incollarle in detto motore di ricerca e guardare qual’è la fonte prima (indizio: se è Lercio non è una notizia affidabile… e non sarebbe la prima nè l’ultima volta che un giornale serio si fa fregare da siti simili)
- se è un’immagine non disperare, c’è sempre google images che permette di trovarne la fonte, basta il link all’immagine
- in generale evita tutti i siti che compaiono in questa lista qui – “Ma che è una lista di proscrizione?!” – No, è solo un elenco di fabbriche di mozzarella campana doc, se ti piace il prodotto addenta pure ma se vuoi sopravvivere alla giungla meglio che tu stia alla larga dal posto buio e pieno di scheletri, tanto se la notizia è vera la trovi anche altrove
- gli scienziati hanno lo strano vizio di lavorare alle università e di accettare il metodo scientifico, oltre a non dire mai “c’è un complotto contro di me” ( neanche quando quel complotto c’è davvero, ma ci arriveremo un’altra volta… ) quindi se lo scienziatissimo dell’articolo che hai letto fa l’opposto, inizia a correre, magari è uno scatto prematuro, ma non si sa mai
- fai un giro su “le scienze” a vedere che si dice sull’argomento, se dicono l’opposto, meglio evitare di fidarsi a prescindere e iniziare ad approfondire ogni dettaglio, ma va bene pure la buona vecchia Treccani
- bonus trick: se trovi solo risultati scientifici in inglese, e non è la tua lingua forte, puoi tradurre l’intera pagina web incollandone il link in google translate.
Purtroppo ormai la rete è stata inondata di siti anti-scientifici che producono bufale a raffica, una specie di gatling di stronzate puntato addosso a te…
E queste erano le infermiere sexy. Ai ninja zombie pieni di serpenti ci dobbiamo ancora arrivare.
Paura eh?
Ah, dimenticavo, per far sparire l’elefante, crea un acceleratore di particelle, poi usalo per generare un fascio di antimateria, annichilisci l’elefante una molecola alla volta et voilà! Elefante sparito.
Facile, no?
Per diventare Rambo, invece, dovrai aspettare fino alla fine della serie di articoli. Il prossimo é qui.