Piero Angela ti ha fregato!

Prima di tutto devo fare una confessione: ho una brutta malattia. È una psicosi, un’ossessione, una vergogna, un fetish quasi sessuale: mi piace discutere con le persone di argomenti importanti, come evoluzione, omogenitorialità, cosmologia…

Lo so, è un ammazza-socialità fenomenale, per non parlare di che scatti da centometriste possono fare le ragazze dopo un “ti va di parlare delle teorie cosmologiche sulla nascita dell’universo?”
Ma sto visitando un gruppo di supporto, gli Argomentatori Anonimi, dicono che con l’aiuto di una autorità superiore potrei anche tornare uno normale… e questo di solito mi causa una ricaduta.
Ma non è per parlare di questo che sono qui. Sono qui oggi per parlare di qualcosa di importantissimo che ho imparato nelle mie discussioni: che la parola “scienza” è una delle parole più usate e meno comprese della lingua italiana.

E qui mi dispiace ma devo dare la colpa a sua santità e alle migliaia di eletti che diffondono il suo verbo… si, proprio lui, il divino!

Piero Angela

Spero che la mia eresia sia perdonata un giorno, ma non posso tacere! (sempre la solita psicosi… )
Il problema è che Lui come le migliaia di insegnanti di scienze che si trovano nelle nostre scuole di ogni ordine e grado, hanno insegnato le scoperte della scienza, ma non la scienza.

Sta tutto nel metodo

~Galileo

Alzi la mano chi di voi conosce il metodo scientifico. Bene, ora alzi la mano chi conosce il concetto di null hypotesys o ipotesi nulla. Per tutti quelli che hanno alzato la mano la prima volta ma non la seconda, ho una brutta notizia: Piero Angela vi ha fregato! I vostri prof vi hanno imbrogliato! Siete stati derubati di uno dei più essenziali strumenti del pensiero moderno, cioè proprio il metodo scientifico.

La vulgata più diffusa del metodo scientifico vuole una di queste due versioni:

  • che la scienza sia quello che studiano gli scienziati, creature soprannaturali dall’intelletto infinito che scendono su noi, volgo ignorante, ad illuminarci con la loro sacra scienza.
  • che la scienza consista in tirare teorie fuori dal culo e appiccicarci vicino tutte le prove che le confermano a disposizione.

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Ebbene nessuna delle due è giusta. Specialmente la prima. La versione giusta? Fare ipotesi e poi cercare in tutti i modi possibili di dimostrare che sono sbagliate confermando la null hypotesis. E se non ci si riesce dirlo al resto del mondo perchè ci possano provare altri, a dimostrare che sono sbagliate. Solo le migliori ipotesi possono sopravvivere… anche se non si sa per quanto tempo. Non esiste alcun esperimento in grado di confermare un’ipotesi, solo di smentirla.
Tutto qua? E dove sono i sacri scienziati? In laboratorio a cercare di dimostrare che un’ipotesi è sbagliata. O a fare nuove ipotesi di cui dimostrare la falsità. O a spiegare che nella scienza non ci sono autorità e che la parola di un ricercatore vale quanto quella di chiunque altro, a fare la differenza sono solo le prove.

Ok, qualcuno mi dirà “eh ma io del principio di falsificabilità già sapevo”.
Bravo! Già sei a 9 su 10, ma la null hypotesis? Quella è il punto centrale di tutto. Quella cambia completamente le carte in tavola. Perchè senza quella, la scienza è solo un castello di carte pronto ad essere mangiato dal primo cigno nero. Un costrutto pronto ad essere raso al suolo al primo esperimento o fenomeno raro osservato in contrasto con la teoria vigente.

La null hypotesis o ipotesi di default è semplicemente l’alternativa all’idea da valutare.
Se la tua idea è che due fenomeni osservabili siano collegati, la null hypotesis è che non siano collegati. Se si parla di due gruppi,è che siano indistinguibili. Se si parla dell’esistenza di qualcosa, che non esista.
E ovviamente non puoi girartela al contrario, non è che se ipotizzi che qualcosa non esista poi la posizione default diventa l’esistenza. Perchè alla fin fine, non è altro che il rasoio di Ockham (il principio secondo cui tra due teorie che spiegano le stesse cose, vince quella con meno ipotesi extra) applicato a quel che vuoi verificare scientificamente, che scatta in automatico se la tua idea non resiste al fuoco di fila degli esperimenti e delle osservazioni.

The Life and Times of Scrooge McDuck - 02 - 04

 

-Hai vinto comunque la barca? ma la partita era truccata!
-Per niente ragazzo! Giocavamo secondo le regole del “capitano di fiume”! Se non provi a barare con gli altri, ferisci i loro sentimenti!

Ora che sappiamo cos’è, facciamo un esempio pratico, giusto per capire come funziona.

Stai giocando a dadi con Jack il mozzo, ovviamente tra pirati barare è d’obbligo e lui non si tira indietro! Decide di servirti un bel dado truccato, che da come risultato sempre 1. Il problema è che Jack è uno che la lingua la usa meglio del pugnale e la tiene anche più affilata, così quando inizi a dire “senti, ma 19 volte di fila 1 è un pò sospetto, non è che il dado è truccato?” si inalbera dicendo: “Come osi! Questo è il sacro dado di mio padre, è sempre stato un dado onesto! Dopotutto non è mica impossibile che una simile serie di risultati esca, questa potrebbe essere quella combinazione su un miliardo di miliardi che continui a uscire lo stesso risultato! Non puoi mica dimostrare il contrario!

E la statistica in effetti gli da ragione: ogni combinazione di risultati è equiprobabile, quindi 1-2-1-5-3-5-4-6-1-3 ha la stessa probabilità di una fila di 1 della stessa lunghezza… se il dado è onesto. Quindi solo con quella fila di risultati non si potrà mai dimostrare con certezza che c’è un imbroglio.

Anche se… lo si può dimostrare con incertezza! Incertezza minima per essere precisi.
Al primo tiro c’è una probabilità su 6 che un dado onesto dia quel risultato, un 1 non da sospetti. Al secondo c’è una probabilità su 6×6=36. Al terzo? 6x6x6=216. Al 19° c’è ancora un 6, ma seguito da 14 cifre. Tu sei lì pronto a mollare un cazzoto a Jack e riprenderti i soldi, ma lui obietta: c’è sempre una possibilità che ti sbagli, come fai a essere sicuro? Forse aiuta metterla in percentuale: 0,0000000000001% circa di chance che il dado non sia truccato. Che dici, l’incertezza è bassa abbastanza da rischiare di colpire un baro che però in un caso su centinaia di miliardi può essere anche innocente? O magari ti saresti accontentato dei primi 8 tiri? o dei primi 4? insomma dove si traccia il confine tra “abbastanza sicuro” e “troppo incerto”?

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La scienza ha lo stesso problema.
Ogni volta che si fa un esperimento non si può escludere che il risultato sia frutto di un caso particolare della null hypotesis, una mera combinazione che hai avuto la sfiga di trovarti nell’esperimento.
E ci sarà sempre un baro creazionista a dire che se non hai la certezza assoluta, le sue fregnacce contano quanto i tuoi fatti. Il confine bisogna insomma decidere dove tracciarlo e fare uno scambio con sè stessi: andarci bene un tot di volte e male un altro tot.

Ti accontenti di una possibiltà su sei prima di rompere i denti a Jack? significa che ogni 6 partite, rifilerai un cazzotto a qualcuno che non ha fatto niente di male. La fisica particellare ha deciso di fare questo scambio a un errore ogni 3.5 milioni di risultati buoni. E non hanno ancora trovato 3.5 milioni di tipi di particelle diversi, quindi difficile che un risultato sia sbagliato per puro caso.

Errare è umano

~Un botto di umani

Ok, ma a questo punto come la mettiamo con il flogisto e l’etere?

Il flogisto è una specie di sostanza che si supponeva stesse nei metalli e venisse consumata nella combustione producendo calci, era la teoria con cui si spiegava il fuoco attorno al 1600. L’etere luminifero, invece, era l’ipotetico mezzo attraverso il quale le onde elettromagnetiche si supponeva si diffondessero, prima della scoperta del fotone. Sono entrambe teorie che la scienza ha preso in seria considerazione e usato molto a lungo… e poi solennemente defenestrato!

Pur usando il metodo scientifico e pur facendo tutti i ragionamenti che abbiam fatto, a farli 3 secoli fa e credendo a queste due entità ci si sarebbe sbagliati il 100% delle volte che li si utilizza… o no?
Il punto della scienza è che basa tutto sulla predittività dei suoi modelli e sulla loro capacità di spiegare i fenomeni. Del resto anche la gravità newtoniana è sempre stata “sbagliata” quanto il fuoco flogistico.

Nelle idee di Newton la forza di gravità era ciò che fa sì che due corpi si attraggano l’un l’altro e basta, in funzione unicamente della massa che hanno. Oggi però sappiamo che la gravità non si limita a produrre forze, ma deforma lo spazio-tempo esattamente come sappiamo che il fuoco è una reazione chimica e non la manifestazione di un elemento a parte.

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Aveva torto Newton allora? La sua teoria è sempre stata falsa? Le mele smetteranno di cadergli in testa?!?
Possiamo valutarlo ritornando a contare le volte che ci si sbaglia.
Nell’epoca newtoniana, usando la sua teoria gravitazionale, non ci saremmo praticamente mai trovati in errore sulle nostre previsioni.

Infatti con le sue formule anche adesso potremmo calcolare il moto della terra attorno al sole o come mettere in orbita un satellite attorno alla terra. E in realtà, se decidessimo di non usare il gps che necessita di correggere per la deformazione gravitazionale della terra, non noteremmo praticamente la differenza nella vita di tutti i giorni.

Tuttavia non potremmo spiegarci fenomeni come i buchi neri o il lensing gravitazionale, cioè quei fenomeni in cui la relatività ci spiega che la gravità invece di attrarre i fotoni (che hanno massa nulla, quindi non subiscono tale attrazione) distorce lo spazio ed è poi questa curvatura a deviare i fotoni.

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Esempio di lensing gravitazionale.

Inoltre ogni nuova teoria non spazza via mica tutto quel che c’era prima! Ha da spiegare gli stessi fenomeni e formulare tutte le stesse previsioni corrette di prima. Non andiamo mica a cambiare una teoria della gravità che non deforma lo spazio ma tiene insieme il sistema solare con una che lo spazio lo deforma ma poi prevede che ogni pianeta vada dritto nello spazio profondo!

Solo per una che ci azzecca su entrambi.

In questo senso, il famigerato cigno nero (evento raro) non impensierisce minimamente la scienza nè le teorie scientifiche, specialmente quelle moderne che di fenomeni rari ne hanno osservati per secoli. Insomma, l’ipotesi del flogisto è stata scartata, ma la teoria che lo ha sostituito ha dovuto rendere conto degli stessi fenomeni di combustione già osservati al tempo di tale ipotesi. “Fuoco brucia” rimane un dato di fatto scientificamente valido fin dall’epoca in cui un falò era l’equivalente tecnologico dell’LHC per l’umanità moderna.

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In questo senso esistono certezze che nessuna rivoluzione scientifica potrà mai cambiare: che due corpi dotati di massa si attraggano (distorcendo lo spazio-tempo o meno), la forma a geoide della terra, la forma dell’orbita terrestre nel sistema solare, che l’acqua bolle se la metti sul fuoco (ma solo se è dentro una pentola se no si spegne il fuoco)!

Per quanto sorprendenti possano essere i misteri della natura ancora da risolvere, nulla cambierà questi dati, che ogni futura teoria dovrà quindi sempre spiegare.

Ora che abbiamo chiarito tutto per bene, diventa evidente una cosa: “metodo scientifico” è solo un altro modo per dire che, ok, hai un’idea su come va il mondo, ora però bisogna controllare se è sbagliata. E tutte le idee che avrai dovranno passare tutti i controlli che le altre hanno già passato (o fallito) prima che tu possa dare un pugno a Jack con la coscienza a posto.

E quindi, per concludere, faccio una proposta: basta col nome scienza! Basta con questa etichetta che nasconde il metodo! Chiamiamola direttamente “hai controllato se hai sbagliato?”

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