Bonaccia, bonaccia e ancora bonaccia. Nemmeno un alito di vento, le vele erano floscie e immobili. La nave era ferma, sembrava tirata in secca.

E c’era caldo, un caldo afoso. Tanto caldo che Governatore stava coi piedi a mollo, senza la sua parrucca di ordinananza, e si stava sventolando con un ampio ventaglio.

Rosetta ansimava all’ombra con la lingua penzoloni.

Poppenrocke e Olivetta stavano approfittando del sole ed erano sul cassero che si prendevano la tintarella.

Buon Pirata stava fumando la sua lunga pipa appoggiato alla murata, si era tolto il tricorno e si stava proteggendo la testa con un fazzolettone e sembrava che da un momento all’altro dovesse prender sonno.

Gli unici che non sembravano patire il calore erano il pappagallo arcobaleno e il tucano, che giocavano a rincorrersi attorno all’albero maestro, ma, si sa, quei due erano abituati al caldo della Foresta dell’Amazzonia.

“Dove siamo ora?” chiese quasi rantolando dalla calura Governatore a Buon Pirata.

“Molto al largo delle coste del Venezuela, quasi in vista di Caracas.” Rispose precisando.

“Vicini a Caracas? E perchè non ci scendiamo allora? Ci sono ottime locande là, con fresca birra e comodi canapè all’ombra.” sospirò l’accaldato governatore, mentre il Pirata comiciò a ridere e gli disse di rimando:

“Quindi nessun problema se caliamo una scialuppa, ci montiamo tutti quanti e cominci a remare per un centinaio di miglia fino ad una di queste famose locande di Caracas?”

Governatore ci pensò su per un attimo e scuotendo la testa ammise:

“No, forse è meglio che tengo le zampe in catino.” e continuò a sventolarsi e sbuffare dal caldo.

Buon Pirata rimase con il sorriso stampato sulla faccia, e continuò a fumare pensando all’ultimo indovinello che serviva a trovare un altro indizio.

“Ancora lontana è l’isola amica Siete arrivati con grandi sforzi. Ma or nessun di voi mollerà mica: Trovate un cappello senza rinforzi.”

Trovare un cappello senza rinforzi? Questo era il mistero, a cosa si riferiva? Quale cappello? Cos’erano questi rinforzi?

“Qualcuno sta pensando alla soluzione dell’indovinello?” chiese Poppenrocke stiracchiandosi come una gatta al sole.

Rosetta abbassò desolata le orecchie e cercò di mettersi ancora più in ombra.

Olivetta, quasi pensando ad alta voce, cercò a modo suo di rispondere alla domanda:

“Le risposte molte volte arrivano quando meno te lo aspetti, a volte quando proprio ci rinunci a pensare. Sei là sopra tal problema e non ci ricavi un totano dal retino. Magari dopo pensi come cucinare gli spaghetti alla sera che … zac! ti appare la soluzione bella e pronta. Poi ti dici: come ho fatto a non vedere la soluzione?”

“Una volta” cominciò a raccontare “stavamo recitando in un importantissimo teatro, io e la mia compagnia eravamo molto uniti da amicizia. ognuno di noi aiutava gli altri ad imparare la parte a memoria ed a migliorare la recitazione, di modo che ne beneficiasse lo spettacolo ed avessimo più successo possibile.

Ma uno di noi credeva di essere il più bravo di tutti, si sentiva non valorizzato nel suo ruolo nella compagnia. Così la prima volta che gli offrirono per pochi dobloni in più una parte più importante, accettò di filato e ci lasciò. Purtroppo per lui quello spettacolo fece fiasco, e non trovò mai il coraggio di ritornare con noi, ad ammettere che lui si trovava bene nella nostra compagnia, anzi maledicendo il momento che ci aveva incontrati e portato sfortuna.

Così facendo perse di vista ciò che chiedeva il Quarto Condimento: Io preferirei davvero che tu evitassi di assumere comportamenti che offendano te stesso.

Si rese così ridicolo che un giorno a Panama incontrò un impresario Harekrisna e …”

Forse un giorno sapremo cosa successe all’amico di Olivetta, ma ora fu interrotta da Buon Pirata che sembrava fosse stato colpito da una lampreda, il quale esclamò verso l’attrice con un occhio aperto ed uno semichiuso:

“Cosa hai detto? Ripeti un poco!”

” … ‘incontrò un impresario’ …?” rispose un pochetto allibita Olivetta

“No, prima di questo!”

“A, ‘si rese così ridicolo’, intendi questo?”

“No, no, dopo!”

“Ohibò che ho detto? ‘Harekrisna’?”

“Ma no-o, prima!”

” … ‘che un giorno’?” e stavolta era un po’ spaventata.

“Subito dopo, che hai detto?” quasì urlò il Pirata.

“… ‘Panama’.” cominciava a sudare la tapina.

“ECCO!” stavolta gridò così forte che tutti ebbero un sobbalzo “Ci sono: ho la soluzione.”

A questo punto tutti si fecero attorno a Buon Pirata.

“Capite? Panama, il cappello che non ha rinforzi. Dobbiamo recarci a Panama dove fanno i cappelli!”

Ci fu un coro di ‘aaah’ e di ‘oooh’.

“Abbiamo capito adesso. Ma resta il fatto che non ci possiamo muovere adesso, visto la bonaccia che c’è, vero?” osservò Governatore.

Poco male, Buon Pirata si diresse a poppa e diede delle boccate di fumo verso le vele floscie. E queste cominciarono a riempirsi di una leggera brezza che poco dopo diventò venticello ed infine rinforzò fino a far volare la nave sull’acqua.

E stavano dirigendosi proprio verso Panama.

Ed ecco che qualche tempo dopo erano in vista di Panama. Misero il Galeone alla Fonda e scesero a terra.

Prima di entrare in città sentirono dei ‘tlin-tlin’ come di cimbalini.

“Le terribili guardie Hare Krisna!” Esclamò Governatore.

“Le conosco molto bene, sono il braccio armato delle altre religioni, se ci prendono ci mandano in prigione. O peggio: ci daranno da mangiare i dolcetti senza burro! Brrr ..”

Ma Buon Pirata dispose la ciurma in fila indiana, l’ultimo era il tucano, e quatti quatti riuscirono ad entrare senza essere notati.

Stavano camminando per le vie della città quando rosetta si fermò puntando una casa.

“Woffy!” disse Rosetta.

“Brava, hai trovato la Casa del Cappellaio. Vediamo se troviamo qualche cosa!” disse il Pirata.

In effetti, ad una finestra, ben legata ad una sbarra, c’era una noce di cocco. E girandola videro che c’era disegnata una x nera ed un sorriso giallo.

All’interno una carta con un indovinello, che recitava:

“Il pirata va anche senza vento

cerca l’isola che toglie il Tormento

cerca l’isola che ha la vita rivale

e tutti i giorni festeggia carnevale.”

Poi, guardandosi attorno, tornarono sui loro passi.

E non incontrarono nemmeno un arancione, erano stati davvero in gamba questa volta.

Che dite, se li sono meritati gli spaghetti con le polpette?

Da quel giorno si disse: “La tua nave ferma e senza vento ha solo bisogno di un soffio pirata, una speranza.”

RAmen.

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