Dopo l’avventura nell’isola dove ebbero trovato delle orme arcobaleno di Unicorno, Buon pirata e la sua ciurma di amici furono piuttosto su di giri.
Così navigarono lilleri e felici nell’azzurro mare per alcuni giorni.

Furono accompagnati dai delfini che nuotavano al fianco del Galeone, ed ogni tanto li chiamavano con i loro fischi per fargli vedere il loro spettacolo fatto di salti e di tuffi. Rosetta, Tu Chitti, Cuccuruccù e Cippitto allora si aggrappavano alle paratìe e dimostravano di apprezzare le loro evoluzioni , chi abbaiando, chi cantando.
Buon Pirata poi sembrava che li conoscesse per nome, quei simpatici tursiopi. Emetteva fischi e urletti al loro indirizzo e loro, uno ad uno, camminavano sulla coda a filo dell’acqua, agitando una pinna come a salutare e fischiando sembrava gli rispondessero “Ciao!”.

Così passarono il tempo, ma il nostro pirata sentì il bisogno di Pregare il Prodigioso in una vera locanda.
Come ad esaudire il suo desiderio, verso l’imbrunire videro una luce intermittente all’orizzonte.
“Un Faro!” esclamò “e dove c’è una faro, c’è un’isola e dove c’è un’isola magari c’è gente e si può Pregare.”

E fu proprio così: si avvicinarono all’isola ancorando la nave. Salutarono festosamente i delfini che li avevano accompagnati, ma che dovevano continuare il loro viaggio.
Quando sbarcarono venne a salutarli gli abitanti dell’isola. Era gente allegra che cantava sempre e che faceva a gara per portarli a far vedere le loro case e i loro posti dove lavoravano.
Ed il loro lavoro era particolare, perchè prendevano della finissima sabbia dalla spiaggia e la mescolavano con delle pietre preziose colorate, poi la mettevano dentro a dei caldissimi forni ed una volta fusa le davano le forme di animali o di cose.

Buon pirata e la ciurma erano davvero impressionati da tutti quei colori e quelle forme.
E furono ancor più impressionati dalle loro locande, piene di gente che cantava e giocava a carte sempre ridendo.
E vedeste come Pregavano il Prodigioso!
Insomma: altro che terzo condimento! Qui rispettavano in pieno il preferirei davvero che tu evitassi di giudicare le persone e di giocare sporco.
Non erano certo tizi noiosi.
Tanto che Buon Pirata li chiamò “Devoti”.

Quello che faceva rimanere perplesso il nostro Capitano era un’altra cosa: loro bevevano direttamente dalle bottiglie e dalle botticelle.
“Ma come?” chiese alla gente “non avete nemmeno una tazza od una scodella?”
Gli abitanti facevano di no con la testa o facevano spallucce, rispondendogli:
“Che idea è quella di mettere le Sacre Bevande in una scodella per la minestra? E gli spaghetti? Forse li dobbiamo lanciare in aria e prenderli al volo?” e ridevano di gusto, pensando che Buon Pirata forse aveva preso un pochetto di sole senza il tricorno.

A questo punto, cari lettori, sapete benissimo che il nostro pirata preferito, di solito, veniva toccato da una Pappardella del Prodigioso e gli uscivano le idee più incredibili.
Sarà così anche stavolta?
Vero, avete indovinato: si battè la fronte con l’uncino ed esclamò:
“Ma certo! Avete tutto il necessario per fare di una Preghiera un momento unico nella giornata!”
Poi corse subito da uno dei mastri vetrai e gli spiegò:
“Fondi la silice con i colori dell’iride, quelli che vuoi. Poi lavora il vetro fuso come fosse una scodella ma molto più allungata e stretta, ed infine aggiungici un manico come nelle pentole per facilitare la presa.”
Inutile dire che il maestro era stupefatto, ma eseguì con pazienza quegli strani ordini di Buon Pirata.
Anzi, in suo onore provò a mettere tutti e sette i colori che aveva in bottega.

Alla fine, quando si fu raffreddato, il risultato che ne uscì fu eccezionale: un bicchierone da una pinta color Arcobaleno!
Tutti accorsero a rimirare la stupenda creazione, degna proprio di un Pirata!
“Bravo il mio Devoto!” disse il Capitano al Maestro.
La fatalità volle che la gente attorno non sentì bene la parola “Devoto”, si guardarono l’un l’altro dicendosi:
“Come lo ha chiamato?” disse uno.
“Mha! Non ho sentito bene, forse Votto o Gotto?” disse un secondo.
“Si lo ha chiamato Gotto, ho sentito anch’io” disse un terzo.
“Gotto! Gotto!” dissero infine tutti.
Deciso il nome da dare, prepararono altri Gotti per tutti, dai colori più disparati.
Avrete capito tutti che si finì per utilizzarli per brindare il Prodigioso e Buon Pirata che gli aveva insegnato come fare i Gotti.

Da quel giorno si disse: “Prendi un Gotto in mano e ne vedrai di tutti i colori!”
RAmen.

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