Inizia il Ramendan, gustiamo assieme la semplicità!
Dal nostro Testo Sacro, citiamo:
RAMENDAN è analogo al periodo di digiuno, preghiera e carità del Ramadan islamico.
Ramendan capita più o meno nello stesso periodo del Ramadan ed effettivamente le due feste hanno diversi aspetti in comune, pur essendo completamente differenti.
Una delle differenze maggiori tra le due è che i Pastafariani non digiunano né pregano, dato che ciò sarebbe in contrasto con i loro deboli standard morali.
I Pastafariani passano invece alcuni giorni del mese mangiando solo ramen, per ricordare i giorni in cui erano studenti affamati.
Questo semplice gesto ci insegna ad essere felici di quello che abbiamo e, se non abbiamo nulla, almeno di essere felici di essere Pastafariani.
Ramendan è la meno commerciale delle Feste Pastafariane e scusate se è poco non essere assillati da offerte speciali al supermercato in occasione del Ramendan. Alla fine del mese di Ramendan i Pastafariani sono incoraggiati a donare ai bisognosi gli spaghetti avanzati.
Vista la concomitanza casuale delle due ricorrenze, innanzitutto un augurio alle persone di fede islamica che iniziano oggi il periodo di digiuno. Per chi è di fede pastafariana, d’altra parte, questa ricorrenza è votata non alla penitenza e alla mortificazione, pratiche che non si adeguano al nostro stile di vita piratesco, bensì alla ricerca del gusto negli ingredienti semplici e nella condivisione.
Pensiamo a quanta parte della cultura del carboidrato italiana derivi dall’ingegnosità del creare ricette a partire da ingredienti basilari, come farina e acqua, così come al recupero di avanzi di altre preparazioni o prodotti altrimenti destinati ad essere buttati, come il pane raffermo. Questo patrimonio culturale testimonia la grande capacità della pirateria italica di assaporare il pieno spirito del Ramendan, sin da tempi antichi.
E poi dicono che la nostra religione è nata l’altroieri!
Il Ramendan ha radici storiche profonde, tanto che alcuni suoi elementi vengono spesso saccheggiati e proposti anche dalle Chiese concorrenti.
Recentemente, infatti, sembra che anche Bergoglio si sia pronunciato in merito allo spirito di condivisione che caratterizza questo periodo. Non ce la prendiamo sicuramente per il fatto che abbia tratto ispirazione da una delle nostre festività ricorrenti: saccheggiare elementi da altri culti è un gesto pirata apprezzabile, da noi in primo luogo.
Certo, quando si tratta di tradurre la predica nella pratica quotidiana, il tentativo dei nostri colleghi ci sembra alquanto goffo: parlare di condivisione e semplicità ci sembra stridere lievemente con taluni atteggiamenti della loro Istituzione, da sempre ben equipaggiata di tesori da capogiro, che spesso con difficoltà vengono elargiti alla comunità di fedeli e non.
Ci sentiamo quindi di poter dare un suggerimento alla nostra omologa, per poter entrare nel pieno di questo importante periodo dell’anno: si potrebbe ad esempio seguire le indicazioni della Corte Europea di ormai 4 anni fa ed iniziare a versare la dovuta imposta comunale sugli immobili (ICI). Questa si che sarebbe una vera dimostrazione di condivisione nel pieno spirito del Ramendan Pastafariano, del tutto legittima e molto semplice.
Buon Ramendan, qualsiasi culto voi abbracciate!