Quando le buone intenzioni sembrano abusi. Lettera aperta al Vescovo di Modena
Poco più di un anno fa ho fondato, insieme ad un manipolo di piratɜ, la Pannocchia Balsamica di Modena divenendone il Frescovo.
Purtroppo, nei primissimi mesi di esistenza ufficiale della nostra Ciurma, il mondo si è ritrovato stravolto nel modo in cui tristemente conosciamo.
È stato molto difficile dover rimettere tanti progetti nel cassetto, ma ancor di più affrontare la malinconia che ha preso il posto delle soddisfazioni che stavamo aspettando, mia e dellɜ miɜ frittellɜ.
Molto spesso mi capita di ricevere proposte di pennedizione per un ristorante o una birreria, cosa che indiscutibilmente consentirebbe di aprire e permetterci di vivere la nostra spiritualità come eravamo abituati. D’altronde sarebbe molto difficile per lo Stato affermare che i nostri Luoghi di Culto non siano tali.
Eppure la nostra Chiesa ha deciso di non percorrere questa strada.
Anche se lǝ PSV decidesse di intervenire su questa pandemia Preferirebbe Davvero Che Noi Evitassimo di essere lɜ st****ɜ che mettono a repentaglio la salute nostra e delle altre persone. Tanto, se per un qualunque motivo decidesse di darci retta, è abbastanza potente da ricevere le nostre preghiere sia che stiamo su un galeone, sia che stiamo sul gabinetto.
Da un anno a questa parte ci siamo abituatɜ all’idea che altre religioni concorrenti non prendessero la nostra strada, forse non confidando troppo nella ricezione divina del proprio dio, che a quanto pare richiede luoghi molto specifici e un numero discreto di persone per poter prestare orecchio, riuscendo ad ottenere deroghe molto in controtendenza nel susseguirsi dei vari poco apprezzati DPCM.
Abbiamo chiuso i cinema, teatri, ristoranti, bar, centri estetici, piscine, palestre, scuole… abbiamo chiuso perfino le persone in casa, ma la possibilità di andare in un luogo a pregare non è in discussione. Ma in fondo la legge lo permette e non pretendiamo che altrɜ si autolimitino come noi abbiamo orgogliosamente deciso di fare.
Eppure, qualche giorno fa, è successo un fatto che ha rivoltato lo stomaco anche a quellɜ che già avevano dovuto digerire di tutto. Un cinema (parrocchiale), all’interno del territorio da me religiosamente amministrato, è stato utilizzato per proiettare una funzione religiosa.
La telesacralizzazione è ampiamente utilizzata da noi da tempi non sospetti e sappiamo benissimo che fare andare diverse persone nello stesso posto, al chiuso, per essere telesacralizzate è un pessimo impiego di tale risorsa.
La notizia è stata molto avvilente: vedere chi tra tutti aveva già deciso di non limitarsi granché decidere pure di strafare, senza preoccuparsi che tale azione potesse risultare irrispettosa nei confronti di persone, credenti e non, che tanto hanno dovuto sacrificare quest’anno.
Per non parlare del rischio per la salute! Ma su questo soprassediamo, dando per scontato che lɜ concorrenti siano certɜ che la loro divinità lɜ tuteli più di quanto noi crediamo la nostra faccia con noi.
Comprensibilmente moltissima indignazione si è mossa sui social, aumentando anche la sete di risposte sul perché dovremmo continuare a pregare in casa e non andare anche noi a prenderci quello che è un diritto che, a quanto pare, ci verrebbe riconosciuto.
La nostra religione ci consiglia di metterci una benda su un occhio per permetterci di vedere con una prospettiva diversa dalla nostra solita, ma non di bendarli entrambi. Ecco perché, non avendo risposte da riuscire a dare alla mia Ciurma, ho provato ad interpellare direttamente la persona che più ritengo adatta ad aiutarmi.
Ho chiesto al mio pari, ma di altra religione: Erio, il Vescovo di Modena. Condivido con voi la mia mail di richiesta d’aiuto.
alla c.a. di Mons. Erio Castellucci
Egregio mio corrispettivo cattolico Erio,
Non abbiamo ancora avuto modo di fare due chiacchiere e mi spiace doverti contattare per la prima volta a seguito dell’increscioso avvenimento di cui sarai sicuramente a conoscenza.
Come ben sai l’apertura della sala proiezioni di Fiorano è un evento che ha turbato il cuore di molte persone, credenti e non, confido che tu abbia piena sensibilità nel riconoscere quando anche le migliori intenzioni possano apparire come abusi, mi auguro converrai con me nel ritenere quanto accaduto quantomeno inopportuno se non addirittura irrispettoso delle tante, troppe rinunce alle quali le nostre genti sono state chiamate.
Sono qui come amico non a chiederti provvedimenti ma consigli.
Probabilmente non condividerai, ma in molti vedono nella mia figura un tuo pari, e come tale pretendono delle risposte che non sono in grado di fornirgli.
Sono qui a chiederti, da uomo di fede a uomo di fede, cosa dovrei rispondere alle tante anime, e corpi, che chiedono a me se è ancora opportuno che rimaniamo in disparte, pregando nelle proprie case, mettendo da parte tutto per rispetto del prossimo oltre che della salute pubblica, una cosa che dovrebbe mettere d’accordo qualsiasi credo, mentre proprio gli stessi a cui, permettimi di dirlo in tutta onestà, è stato concesso di più, sono i primi a non stare nei pochissimi vincoli che gli sono stati posti?
Prego nella speranza di avere una tua risposta,
Ti abbraccio e pennedico,
CAPITAN TORTELLINO NON CE L’HO QUALCOSA
Frescovo di Modena
Mentre scrivo questo articolo purtroppo non ho ancora ricevuto alcuna risposta, ma spero vivamente che Erio stia semplicemente prendendo tempo per riflettere a modo e potermi aiutare il più possibile.