Conserviamo memoria del Giorno della Memoria

Nel pensiero che contraddistingue la vita pastafariana, si sa, non sono ben visti i dogmi, credenze incrollabili prive di una giustificazione valida, che si risolvono con un “è così perché è così e basta“.

Allo stesso modo non abbiamo in simpatia i rituali svuotati di significato: mere sequenze di parole e gesti che hanno perso ormai ogni connessione con il motivo per il quale sono diventate tradizione di una comunità.

Conoscendo l’andazzo delle vicende umane, esiste un serio rischio che anche questa Giornata della Memoria divenga un forziere vuoto, portato a spalla in bella vista per le strade e le piazze, secondo un rituale che emoziona gli astanti, i quali però non ricordano il perché lo si sia iniziato a celebrare qualche anno addietro.

Detta in altre parole: i film, i libri, le conferenze sui campi di sterminio nazifascisti di cui si parla in questi giorni non sono nati per trasmetterci un messaggio limitato a “aver perpetrato un genocidio sistematico nei confronti del popolo d’Israele è stata una cosa molto, ma molto brutta“.

Ok grazie, fin qui ci dovrebbero arrivare tutte le persone dotate di almeno una connessione neuronale (eppure, abbiamo purtroppo dimostrazione che non tutte hanno questa fortuna). Un passo in più può essere, ad esempio, riconoscere che dentro quei campi hanno trovato la morte sistematica anche persone omosessuali e/o delle etnie Rom e Sinti, giusto per avere il quadro completo.

Ma c’è di più. Il significato vero del Giorno della Memoria rischia di perdersi nel momento in cui non vediamo quegli stessi errori, lontani nel tempo e nello spazio, ripetuti oggi e di fronte ai nostri occhi. Questi errori oggi non sappiamo riconoscerli nella loro gravità o, all’opposto, osiamo accostare la Shoah nella sua tragicità a problematiche che altro non sono che privilegi da Primo Mondo.

Per questo ritengo cosa buona e gusta partecipare a questa ricorrenza con un personale contributo pastafariano, elencando alcune cose che, dal punto di vista del mio occhio non bendato, mi sembra di stare imparando dall’esercizio della Memoria dell’Olocausto e che posso vedere nel mio Paese nel 2022.

 

Chi promuove l’odio nel nome dell’appartenenza religiosa usa il nome di Dio per opprimere, sottomettere, punire, sventrare, insomma per essere meschino con altre persone.

Questo modo di fare, illustrato nel Secondo Condimento Pastafariano, è probabilmente la più grande forma di bestemmia, che fa impallidire qualsiasi Dioscotto possa comparire sui cartelloni pubblicitari o sui muri delle città.

 

Inorridiamo di fronte ai discorsi di purezza: sappiamo che è adatta solo all’acqua potabile e non alle persone.

È essenziale quindi contrastare chi ci dice che la nostra terra e la nostra cultura vanno difese nella loro purezza da agenti esterni contaminanti.

Perché sta parlando di esseri umani che da sempre solcano mari, attraversano catene montuose e si arricchiscono reciprocamente dall’incontro e dal meticciato.

Lo scolapasta che indosso sulla mia testa ha molta più ragione d’essere e serietà rispetto a un discorso del genere.

 

Il peggio lo diamo non solo quando abbiamo intenzione di fare del male, ma anche quando agiamo come un inconsapevole ingranaggio di  una macchina, senza chiederci il significato di ciò che si stiamo facendo.

Per questo è importante vivere come in una Ciurma, dove ciascunə pirata ha la possibilità di dare il proprio contributo e non esistono dogmi o gerarchie che legittimino cosa si debba fare e come si debba farlo “perché è così e basta“.

Si procede in modo scientifico, con la teoria più soddisfacente, finché non ne viene proposta una migliore.

 

Una vita all’arrembaggio è una vita libera e felice, ma non è una vita facile.

Arrembare significa non stare a guardare, vuol dire buttarsi nella mischia, specialmente quando si assiste all’ingiustizia.

Nelle pagine più buie della storia ha avuto un ruolo non solo chi lavorava per le logiche di sterminio, ma anche chi sapeva e per convenienza non ha fatto nulla, scegliendo la rotta più facile.

Non mi riferisco soltanto a chi viveva vicino ai campi, ma anche delle potenti istituzioni come la Chiesa nostra concorrente che, costantemente informata della messa in atto della cosiddetta “soluzione finale“, per opportunità politica preferì lasciare le cose come stavano.

Oggi è molto più facile vivere nella propria zona di comfort delimitata dalle proprie fortune, piuttosto che rischiare andando all’arrembaggio per chi queste fortune non le ha mai avute, o se le vede sottratte per logiche di convenienza.

 

In questa importante ricorrenza portiamo con noi questi tesori, con l’augurio che chi vuol vivere una vita pirata possa comprenderne il valore e metterlo in pratica ogni giorno.

Pasta la victoria!

Presi(al)dente della Ciurma Pastafariana, Scardinale emerito, Frescovo emerito...un emerito, insomma.

2 Commenti

  1. Condivido il senso, i paragrafi, le frasi, le parole, le lettere, i punti, le virgole e il checksum dei pacchetti TCP/IP.
    Grazie mille beverendo!

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