Simboli religiosi nelle aule scolastiche: dialogo col Pappa

Il nostro inviato Capitan Pastelli ha avuto in esclusiva uno scambio con Paolo l’Apostrofo I, Pastefice massimo dei Pastafariani d’Italia.

La riflessione, che riportiamo in questo articolo, nasce dall’episodio riportato nell’articolo de Il Giornale dal titolo ‘“È un simbolo religioso”. La preside elimina il crocifisso dalle aule: è polemica‘.

E ci risiamo: cava, metti, cava, metti, …

Istituzione pubblica e simboli religiosi: cosa ne pensa il Pappa, anche alla luce di questa recente vicenda?

“La questione è senza dubbio complessa.” – risponde il Malmostoso Pastefice, non prima di aver pregato con un abbondante piatto di penne al sugo e meditato per una mezz’oretta sulla sua poltrona – “Da un lato, il principio di laicità dello Stato (ribadito anche dalla Corte Costituzionale) dà senza dubbio ragione alla preside, in quanto la scuola è pubblica e non dovrebbe veicolare contenuti religiosi, per i quali esistono già apposite altre sedi.”

“D’altro canto” – prosegue la glutinosa guida spirituale – “il crocefisso è certamente un simbolo di una delle varie realtà religiose esistenti in Italia e, come tale, è parte di un patrimonio culturale che non è necessariamente divisivo: nessuno si sognerebbe di togliere dalle aule scolastiche le carte geografiche sulla base del fatto che dividono l’Italia in regioni favorendo così il campanilismo e il regionalismo.”

Paolo l’Apostrofo a questo punto si massaggia la barba bianca e ispida, guarda un punto nel vuoto, come a cercare l’apparizione di una Pappardellosa Appendice. Dopodiché prosegue nel dispensare ebbra saggezza.

il Pappa in tutta la sua malmostosità

“Sarebbe tuttavia assolutamente ridicolo avere in un’aula scolastica una carta d’Italia che rappresenti solo la regione in cui si trova la scuola stessa!

Allo stesso modo, ritengo assolutamente accettabile che nella scuola vengano esposti i simboli religiosi, se non altro a titolo di documentazione di un aspetto senz’altro importante della vita culturale del Paese, ma è ridicolo che questa sia limitata a un solo simbolo.

Se e quando viene esposto un crocefisso, dovrebbero essere rappresentati i simboli di tutte le religioni, in accordo con i principi di pluralismo e inclusività, compreso ovviamente il Liscafisso Pastafariano.”

Il Sacro Liscafisso, oggetto di culto immancabile per il Pastafariano

A sentire queste illuminanti parole, una seconda domanda mi sorge dunque spontanea: Pappa, il liscafisso pastafariano può guidare i fanciulli in un percorso di crescita sano e moralmente solido?

“Naturalmente no” – dichiara – “come sicuramente non lo possono il crocefisso o qualsiasi altro simbolo religioso.

Non sono i simboli a guidare la morale dell’individuo, e nemmeno le religioni!

Il simbolo religioso, a livello individuale o collettivo, può solo rappresentare la scelta e il riconoscimento di un sistema di valori, non può certamente guidarlo né imporlo.”

Ringraziamo il Pappa per aver ancora una volta indicato la rotta alla comunità Pastafariana d’Italia.

Condividiamo quindi le sue sagge parole, nella speranza che possano raggiungere nel modenese la Dirigente Scolastica protagonista della vicenda e darle ispirazione per risolvere le polemiche nate dalla sua discussa decisione.

Ben venga quindi il ritorno del crocefisso, ma che non penzoli solitario sui muri delle classi e degli uffici, no! Che sia in buona compagnia di tanti altri simboli religiosi, che la parete del tempio della conoscenza rappresenti e celebri la varietà dei modi con cui l’essere umano si rivolge al divino!

Un muro pieno di simboli, compreso il Sacro Liscafisso Pastafariano.

RAmen!

Capitan Pastelli

Intrepido pirata dalle terre spante di Pastavium, arremba tenacemente per i diritti e le libertà di chicchessia ispirato dalle eroiche gesta di Sir Ragocaldo.

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