Salmoni Pastafariani – 9. L’Isola del Dolce Tesoro
Era bellissimo vedere Buon Pirata andare verso la spiaggia per giocare con i suoi amici. Avreste dovuto vederli: lui vestito di blu, tutto scintillante e col tricorno, Rosetta con il fiocco e il fazzoletto rosso che gli zompettava lillera e felice intorno, e Tu Chitti tutto colorato sulla spalla del pirata.
Faceva molto caldo quel giorno, tanto che le fate non si videro, si sa che preferiscono stare sotto le foglie degli alberi piuttosto che sudare molto. Anche il pirata si distese all’ombra di un grande banano, mentre Rosetta decise di rinfrescarsi le zampe sulla battigia.
Aveva appena chiuso gli occhi ed appisolarsi, quando fu destato dai latrati del cane: “Bau, arf!” abbaiò Rosetta, “Cocorì!” ciangottò Tu Chitti, “Che succede, ahrrr?” brontolò Buon Pirata. Il mistero fu risolto quando Rosetta portò a far vedere cosa aveva trovato tra le onde: “Un astuccio di legno! Chissà cosa contiene.” disse il pirata. Si fecero tutti attenti e seri e poi aprirono l’astuccio. “Ma è una Mappa!” esclamò Buon Pirata aprendo la pergamena che c’era nell’astuccio.
“Anzi una Mappa del Tesoro! Guardate questa grande X segnata su quest’isola, indica il punto dove scavare.”. “Scavare! Trrroveremo un tesoro” disse il pappagallo “Bau!” sentenziò Rosetta. “Già, come ci arriviamo? Avete ragione, senza un Galeone non ci si arriva all’isola, e se restiamo qui, addio Tesoro!”
Allora Tu Chitti si alzò in volo e si mise a scrutare l’orizzonte sulla cima dell’albero più alto dell’isola. Si sa che i pappagalli hanno una vista eccezionale, tanto che riescono persino a vedere la Teiera Volante tra i pianeti. E pure quella volta confermò la fama di quei fantastici uccelli colorati: molto ma molto lontano vide un Galeone, ma non un galeone qualsiasi, ma proprio IL Galeone, quello che Buon Pirata solcò i Sette Mari, prima che la Tempesta li separasse.
Il pappagallo volò a dare la buona notizia a Buon Pirata, e lui saltellò di gioia sull’unica gamba buona: finalmente avrebbe riavuto la sua nave. Poi, però, si fermò e pensò a voce alta: “Un momento, anche se arrivassi da solo con i miei amici, non riuscirei a governare la nave, come posso fare per trovare una ciurma disposta a solcare gli oceani?”
Questa volta fu Rosetta a saltellare di gioia: “Bau bau bau!” spiegò al pirata “Come? Tu conosci dei bravi marinai che potrebbero fare al caso nostro? Allora corri a chiamarli, corpo di mille spingarde!” rise Buon Pirata, “Woffy!” disse seria seria rosetta ed ubbidì al suo amico Pirata.
Dopo un poco di tempo tornò con i due Bravi Marinai che presentò ai suoi amici. Erano il tucano Cuccurucuccù ed il porcospino Cipitto, che erano entusiasti di far parte della ciurma di Buon Pirata. E poi, chi non andrebbe all’avventura quando c’era da scoprire un tesoro? Ora rimaneva solo da salire sul galeone. Come fare? Buon Pirata si ricordò di una barca a remi che aveva visto vicino alla spiaggia e ci si recarono tutti.
La barchetta non era di nessuno, montarono e il pirata cominciò a vogare verso la nave, guidato da Tu Chitti che gli diceva “Destra!” e “Sinistra!” se sbagliava direzione. Ci volle mezza giornata per arrivare finalmente al Galeone, ma soddisfatti salirono a bordo e Buon Pirata si mise subito al timone, felice di aver ritrovato la sua meravigliosa nave. “Issate la randa! Spiegate la maestra! Attenti al controfiocco!” diede ordini marinareschi alla ciurma che di becco e di denti cominciarono a tirar funi e vele, correndo qua e là sul ponte. In definitiva si dimostrarono tutti piuttosto bravi e il pirata promise doppia razione di spaghetti per tutti quella sera, li avrebbe preparati lui per lodare il Prodigioso.
Dopo cena guardarono la Mappa del Tesoro, Buon Pirata da bravo capitano calcolò che erano sulla rotta giusta. Avrebbero raggiunto l’Isola del Tesoro in pochi giorni di navigazione, e lui raccontò la storia di quell’isola che tutti evitavano perchè si diceva fosse abitata dai giganti. In verità l’Isola del Tesoro era piccolissima e con molte palme, chi la vedeva da lontano vedeva le chiome degli alberi muoversi al vento e le scambiava per i capelli di esseri mostruosamente alti.
Così quando arrivarono nessuno ebbe paura di scendere sull’isola. Buon Pirata portò vanga e piccone e tutti quanti si apprestarono a cercare il tesoro Prima di tutto sulla Mappa c’era scritto di trovare un masso a forma di teschio “Eccolo qua!” esclamò il pirata, poi c’era da contare 33 passi da Pirata verso Mezzogiorno, “Uno … due…” contò, e arrivato a trentatrè disse “Ora bisogna contare 333 passi di pappagallo verso Est, ma sono stanco e mi fermo sotto questa palma per farmi un sonnellino, continueremo dopo” e si mise subito a ronfare assieme al tucano ed al porcospino.
TuChitti e Rosetta invece erano impazienti, e il pappagallo cominciò a camminare seguito dal cane e contare “Uno … due…” quando arrivarono alla X della Mappa, Rosetta cominciò a scavare come solo i cani sanno fare “Brava brava!” diceva Tu Chitti.
Ad un certo punto arrivò ad una cassa di legno: finalmente avevano trovato il tesoro! Ma le sorprese non erano finite.
Dovete sapere che anche il serpente Piticock cercava il tesoro, da molto tempo era nell’isola, ma non riuscendo a fare i passi da uomo e nemmeno da Pappagallo, era destinato a fare buchi a casaccio, senza trovare mai nulla. Spiò i due amici mentre trovavano la Cassa del Tesoro, e poi saltò fuori dal nascondiglio. Minaccioso disse: “Il tesoro è mio! C’ero prima io, mollate l’osso altrimenti …” facendo capire che poteva essere pericoloso. I due amici si spaventarono molto, ed a quel punto il rettile avvolse tra le sue spire la cassa, cercando di portarsela via. Ma l’unica cosa che riuscì a fare fu di ruzzolare a terra con cassa e tutto, che si aprì spandendo dappertutto il suo contenuto.
C’erano nientepopodimenoche: scatole di biscotti!
In quel momento arrivò Buon Pirata con i marinai, vide la serpe ed esclamó: “Che brutto serpentaccio! Il Prodigioso ti ha creato quando era più ubriaco del solito.”. “Tho, il Pirata che crede allo Spaghetto Volante! Ma io non ci credo e sono migliore di te!” gli rispose quell’insolente con un tono da sfacciato.
Ma Buon Pirata aveva ben presente il Primo Condimento, e se qualcuno non crede allo spaghettoso, pace, non è vanitoso. E poi LVII preferirebbe che non ci si comportasse come un asino bigotto per descrivere la sua spaghettosa bontà.
Comunque estrasse subito la sciabola-cavatappi e disse: “Sciò! Rettilaccio della malora! Vattene ed a non più arrivederci! Ahrrrr” .
Piticock scappò così velocemente che qualcuno dice di averlo visto ancora oggi rotolare nel Deserto del Sahara. Poi Buon Pirata vide i biscotti: “Ma certo, ora ricordo! I miei biscotti! Li avevo nascosti io molto tempo fa perchè se avevo voglia di fare una festa con i dolci, avrei portato la ciurma su quest’isola!”
Insomma si divisero i biscotti e risero così tanto che da quel giorno si disse: “Ridi, ridi che nel’isola ci son i biscotti!”
RAmen.