Masturbazione infantile?
LETTERA
Ti scrivo su questa rubrica, dopo essere stato tentato di farlo sul tuo profilo facebook o magari in messaggio privato.
Seguo, per un’incomprensibile curiosità, la pagina “GECo – genitori ed educatori consapevoli” di cui fai parte e spesso rido della presunta imparzialità che millantate.
Quindi ti scrivo qui per stanarti e sottolineare, essendo tu pastafariana, che non puoi assicurare alcuna equidistanza nelle informazioni che raccogli e divulghi.
Io sono padre di due bambine, una di dieci e una di otto anni. Quando mi capitano tra le mani volantini e comunicazioni di varia provenienza e leggo che nelle scuole, anche dell’infanzia, si parlerà di “masturbazione precoce”, inorridisco e basta. È giusto che a difesa dei diritti LGTB si attivi un processo che renderà la nostra società promiscua e infettata da un continuo riferimento al sesso?
Sei madre anche tu e io mi domando se davvero, per una idealistica presunta libertà, esporresti le tue figlie a un’educazione confusa e, a mio avviso, anche istigante perché suggerisce al bambino cose che nella sua innocenza non arriverebbe a concepire da solo. Nelle tabelle di un documento dell’Oms, che allego, si dice di insegnare ai bambini dagli 0 ai 4 anni cosa sia la masturbazione, si indica di incoraggiare la vicinanza fisica tra bambini dello stesso sesso. Ma da quando la libertà degli omosessuali deve generare un’educazione all’omosessualità?
Io credo che tu sia una brava persona. Penso però che ti stai facendo le domande sbagliate. Dovresti domandarti come mai tutta questa attenzione alle problematiche della sessualità. Forse, dal momento che mi pari intelligente, arriveresti a intuire che dietro ci sono interessi economici, di cliniche che lucrano sulla fecondazione assistita, di ditte farmacologiche che mettono a punto pillole che bloccano la pubertà a sostegno della transizione di genere.
Ecco la mia domanda: non è che, per favorire gli interessi di qualche lobby, noi ci illudiamo di lottare per i diritti di una minoranza?
Questo volevo dirti, cara piratessa. Cambia rotta!
(Lettera firmata)
RISPOSTA
Gentile signore,
la pagina “GECo – genitori ed educatori consapevoli” nasce per dare accoglimento alle preoccupazioni dei genitori, ponendoli a contatto con le esperienze dirette degli educatori.
A differenza di impressioni che si stanno formando in seno all’opinione pubblica, costruite su interpretazioni e sintesi avulse dai contesti originari, il nostro gruppo legge direttamente le fonti senza ricorrere ad alcuna mediazione. Successivamente formula delle domande e le porge a esperti di riferimento. I documenti sono pertanto letti integralmente. Riguardo alle questioni sessuali ed educative a differenza di chi redige i volantini in suo possesso, non interpelliamo preti o politici, bensì sessuologi, medici, psicologi ed insegnanti. Ovviamente, le informazioni da noi raccolte sono organizzate in base a quanto comprendiamo, sicché forniamo una visione delle cose che è di conseguenza soggettiva, incoraggiamo però un metodo di approccio autonomo. Mentre lei, caro papà, ha da ridire sulle mie conclusioni, suggerendomi di mutare rotta, io ho da ridire sul suo metodo, accettando senza alcun problema la nostra divergenza di vedute.
Sono madre di due bambine, una di cinque e una di tre anni. Proprio la maternità, con l’esperienza quotidiana della loro realtà identitaria, assolutamente originale e altro da me, mi ha indotta a considerare che è scritto nella loro libertà individuale di essere diverse da ciò che immagino o ciò che vorrei. A riconoscimento della loro potenzialità, di qualsiasi loro potenzialità, che desidero vedere espressa in modo sano e socialmente integrato, mi pongo l’obiettivo di favorire nella società l’inclusione e il rispetto.
In allegato lei propone alla mia attenzione alcune tabelle estratte dallo Standard per l’Educazione Sessuale in Europa, ovvero un quadro di riferimento diretto ai responsabili delle politiche, alle autorità scolastiche e sanitarie, agli specialisti. Poiché il documento è destinato a tali specifiche categorie ha un linguaggio molto tecnico, che presuppone come assodate talune nozioni. Il documento è stato elaborato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione della Federazione Italiana Sessuologia Scientifica.
Le tabelle che lei allega, estrapolate senza alcuna introduzione esplicativa, ricorrono in molti volantini, nei quali compaiono strategicamente mondati di alcuni concetti, come quello di amicizia che spesso contestualizza gli aspetti indicizzati. Credo sia lecito il sospetto che tali sintesi siano tipiche di una comunicazione di natura propagandistica e non informativa, a maggior ragione se le affermazioni di contraltare sono ricavate dalla Bibbia e dalle dichiarazioni di Papa Francesco. È per questo che, a differenza di lei, non mi sono limitata a leggere le tabelle in questione, citate nei suddetti volantini, ma ho esaminato tutte le pagine del documento, che ammontano a circa 60.
Il documento affronta in termini medici e scientifici lo sviluppo sessuale del bambino, del bisogno affettivo e conoscitivo di contatto, nonché della ricerca del piacere. Piacere che non è di tipo erotico. L’educazione sessuale nelle scuole non è un’iniziazione ai piaceri carnali o una scoperta assistita di quelli sessuali. Per tale motivo non desta in me alcuna preoccupazione il fatto che possano esserci ore di educazione sessuale nelle scuole delle mie figlie.
«Gli adulti attribuiscono un significato sessuale ai comportamenti sulla base della loro esperienza di adulti e talvolta hanno molta difficoltà a vedere le cose con gli occhi di un bambino o di un ragazzo. Tuttavia, è essenziale adottare la prospettiva di bambini e ragazzi». (OMS, p. 22).
Il documento non promuove la masturbazione infantile, ma ricorda all’educatore che essa può verificarsi e che, pertanto, atteggiamenti di tale tipo, che potrebbero avvenire anche in classe, devono essere osservati e affrontati con serenità e fondamento teorico, al fine di aiutare il bambino ad assumere consapevolezza serena rispetto alle proprie condotte. Al tempo stesso, questo documento fornisce agli educatori uno strumento di riconoscimento di eventuali patologie o abusi. I bambini apprendono la realtà nella dimensione sensoriale e da sempre gli insegnanti di bambini dagli 0 ai 4 anni tengono conto di questo e, attraverso questo, canalizzano in maniera opportuna la conoscenza che il bambino fa del mondo e di se stesso.
Il confronto tra i propri simili, che l’educatore è chiamato a non reprimere, non è l’avvio di una relazione omosessuale, ma la naturale tendenza dello sviluppo psichico. Grazie al confronto tra simili e differenti, il bambino costituisce la sua “identità di genere”. Questa non è un’invenzione dell’OMS e non è un’induzione manipolativa di una qualche lobby, è semplicemente ciò che naturalmente accade e ciò di cui la scuola deve prendere atto.
Lo Standard per l’Educazione sessuale in Europa chiarisce in più punti che i temi devono essere trattati solo se idonei al grado di maturazione piscologica dei fanciulli. Ciò premesso, è anche vero che, sebbene abbiamo un malizioso problema nel riconoscerlo, i bambini cominciano a un certo punto a farsi domande sulla loro nascita, su come avviene il concepimento, quindi non è sconsiderato, al contrario è opportuno parlare loro di fertilità e riproduzione. Trovo che questo tipo di informazione sia più sano, sereno, corretto, di quello che le mie figlie potrebbero desumere da sole parlottando con i cugini più grandi – come si è sempre fatto – o guardando scene del Grande Fratello – come accade oggi.
In quanto madre credo che sia diritto delle mie bambine scoprire e formare la loro identità in un ambiente scevro da pregiudizi, stereotipi e condizionamenti. Immaginando la loro vita da adolescenti, trovo che, una volta che raggiungeranno quella età, dovrà essere loro diritto una corretta informazione sui cambiamenti, sui metodi contraccettivi, nonchè su questioni delicate, come l’aborto, argomenti che sicuramente avranno vergogna di trattare con me. Affido quindi alla scuola, anzi pretendo che essa lo faccia, il compito di dare informazioni e mi fido delle capacità di discernimento delle mie figlie che fin da oggi mi premuro di sviluppare e rinsaldare.
Non credo che la mia fede pastafariana tolga credibilità alle mie posizioni. Anzi, il fatto che questa non entri nelle mie attività sociali presso GECo evidenzia che non pretendo che la mia religione ispiri o detti leggi negli ambiti che riguardano la vita di tutti. Per la vita di tutti preferirei che si affermassero regole concordate su base laica, scientifica e razionale.
Concludo questa lettera con uno stralcio del documento redatto da GECo a promozione di una serie di incontri che si stanno svolgendo tra esperti e genitori in Campania. Così, per farle piacere, anche io avello un concetto, lasciando a lei la fantasia di ricostruire tutto il resto:
«Potremmo insinuare che il consumismo e le logiche del mercato vogliano mettere a fabbricazione intensiva anche la riproduzione umana. E così stanno corrompendo la moralità sessuale, affinché le persone, frustrate da desideri impossibili, spendano soldi per ottenere ciò che la legge naturale escluderebbe per loro.
Potremmo al contrario dimostrare che sono proprio gli interessi di una società sessista, che vuole mantenere la donna al rango della casalinga, a motivare l’attacco ai diritti gay.
Oppure potremmo accusare la chiesa cattolica di difendere il proprio potere sociale e denunciare che, attraverso il concetto di atto impuro, essa tenta di stabilire regole al di sopra delle legge laica dello Stato.
La verità è che ognuno può trovare una teoria per le proprie convizioni.
Allora proponiamo di adottare una morale civica di inclusione e di ascolto della diversità, perché “non fare del male a nessuno” è ancora la regola più semplice».
Questa non è propaganda, non è informazione. È solo quello che penso. E non me lo suggerisce l’avvocato del diavolo.
Madre Beverenda Scialatiella.
Lettera
Mia cara Piratessa,
in tutta la comunità pastafariana italiana sono note le tue propensioni amatorie, nonché una saggia inclinazione a una piena vita sentimentale. Molti, in privato o in pubblico, si sono avvalsi dei tuoi consigli e anche io mi rivolgo a te.
Mi piace tantissimo una piratessa mia coetanea, tra di noi è anche iniziato qualcosa, qualcosa di bello, intrigante, allegro. Ma temo che lei voglia solo il mio spaghetto… Come è possibile? Siete più piratesse di noi? Siete ormai solo “avventura”?
Cosa posso fare? Più continuo, più mi innamoro…
Pirata imbottigliato.
Risposta
Mio caro pirata,
mi lusingano i tuoi complimenti, ma in verità credo che quello sentimentale sia proprio il solo campo in cui siano inattuabili i consigli degli amici. La confluenza di impulsi, desideri e resistenze è un intrico sufficientemente complesso, che mi pare del tutto impossibile da districare in forza di consigli esterni che, nemmeno nei rapporti di amicizia più intimi, possono fondarsi su una coscienza effettiva dei sentimenti e delle emozioni in campo.
Più che consigli, i miei sono incoraggiamenti. Credo che in amore ciascuno di noi sappia cosa fare e quanto di sé sia pronto a rischiare. Spesso ciò che manca è l’incoraggiamento.
Credo che la mia vera indole sia quella del tifoso.
Tifo pertanto per te e ti domando… ma di che ti spaventi?
Che lei vuole solo lo spaghetto lo sai, dunque non sei ingannato né illuso. Ti trovi in regime di lealtà; anche se non corrisponde in tutto e per tutto ai tuoi desideri, è pur sempre una grande fortuna. Sebbene nei suoi obiettivi non ci sia l’innamoramento, hai ragioni sufficienti per definire la vostra relazione “bella, intrigante, allegra”. Mi sembrano qualificazioni positive.
Quando mai nel sesso o in amore i ruoli sono stati fissi e le regole stabilite in partenza? Non sai forse che l’appetito vien mangiando? Giacché è cosi piacevole anche per te, dalle pure il tuo spaghetto e prova, ogni tanto, ad aggiungere qualche altro ingrediente. È possibile, nel tempo, che lei valuti di saggiare l’intero piatto.
Quando leggo su Wikipedia che i pastafariani hanno una debole moralità mi indigno. Noi non abbiamo affatto una visione immorale delle cose. Semplicemente siamo consapevoli che la vita è irregolare e presenta sulla nostra strada tracciati che mutano, scoprendosi inediti e imprevisti, sicché siamo abili a regolare il tiro, a governare l’onda, a orientare la vela. Sii conscio anche tu di questo, di come l’esistenza possa stupirti. Ciò può avvenire a tuo dispetto, a tua insaputa, a tuo danno. È vero. Ma anche no. A quel 50% di possibilità che le cose volgano a tua soddisfazione accrediterei fiducia, speranza e motivazione.
Nel caso invece che… oltre allo spaghetto nulla di più e il tuo cuore avesse bisogno di un po’ di conforto, vieni a trovarci in Campania. Un pinta di birra e una pacca sulle spalle non ti saranno negate. La piratessa che vorrà anche il sugo e le polpette, che non vedrà l’ora di fare scarpetta nel piatto e chiedere il bis, di sicuro, poi, arriverà.
Intanto, cosa puoi fare? Be’… Continua!
Tua Scialatiella Piccante.