Un ponte per un Pastafariano

All’inaugurazione dell’assemblea annuale dei Fedeli della nostra birramata Chiesa, la nostra Scardinala Capitan Capsicum, la cerusico di bordo, ci lascia con un pensiero di apertura che vuole essere un messaggio per tutta la comunità pastafariana:

“Carissim* Confrittell*,
eccoci alla prima Assemblea della Chiesa Pastafariana Italiana quale ente Morale di Culto. È nostro compito in questi due giorni esaminare tre documenti: un Regolamento che ci supporta nello svolgimento di questa riunione, un Bilancio, come vedete molto essenziale, e la Relazione annuale del Concistoro.
Ma, o Carissim* nella Fede del Prodigioso, vorrei trovare spazio per una riflessione tegliologica.
Noi siamo qui non solo come credenti pastafariani, ma come costruttori della Chiesa Pastafariana in Italia.
Vorrei portarvi in questo esercizio spirituale sul tema della costruzione e su un termine: Pastefice. Molti ci rimproverano l’assonanza del termine Pastefice con quello di Pontefice, ritenendolo una parodia correlata all’attuale Religione obsoleta prevalente in Italia. Pontefice è invece molto, ma molto antecedente: esso risale a tre millenni fa.
C’era, e c’è, un fiume considerato sacro e chiamato Tevere e ad unire le due rive di esso era un ponte, il primo ponte, il Ponte Sublicio. Questo strumento di unione e comunicazione era considerato talmente vitale e sacro da essere affidato per la sua custodia e protezione alla massima carica religiosa cui un romano potesse aspirare: il Pontifex Maximus, primo nel collegio dei pontefici, etimologicamente i costruttori del Ponte.
Costruire è la massima tradizione locale almeno negli ultimi tremila anni. Costruire ponti, costruire strade, costruire case, costruire templi.
Ma noi Pastafariani non costruiamo templi.
Il Prodigioso, infatti, nel sesto condimento ci informa che preferirebbe davvero che noi evitassimo di costruire Chiese, Templi, Moschee, Santuari. Noi Pastafariani non costruiamo con le pietre, non costruiamo luoghi fisici di culto, e tuttavia costruiamo una Chiesa che è una comunità e insieme un luogo spirituale in cui ci ritroviamo e uno strumento per far CONOSCERE la nostra Fede e per farci RICONOSCERE.
Il Gospel parla a lungo di come far CONOSCERE la nostra Fede, propagandarla nel Mondo. La PROPAGANDA è fonte e conseguenza assieme della crescita della nostra Chiesa, del nostro sentimento di religiosità, della diffusione dei condimenti e, cosa che può sembrare antitetica ma è solo controintuitiva, della DIFFUSIONE DELLA TOLLERANZA.
Noi NON facciamo umano e fallace proselitismo, la nostra propaganda attira L’ATTENZIONE DEI PASTAFARIANI INCONSAPEVOLI SUL TOCCO DELLE SUE APPENDICI, sul Tocco dello Spaghetto. È il Prodigioso, Lui Stesso, a farsi seguire. Le religioni obsolete fanno proselitismo, noi non ne abbiamo bisogno poiché il Prodigioso tocca costantemente ogni essere vivente (soprattutto quelli alti meno di due metri e dieci), ci tocca e attende che ne diventiamo consapevoli, ognuno coi suoi tempi e con la sua libertà (E non dimentichiamo il DIRITTO DI RECESSO)
La nostra Guida Spirituale non è un costruttore di un edificio in pietra, seppure dallo scopo nobile e significante come un ponte. Egli è il PASTEFICE, il costruttore della PASTA: la rappresentazione stessa del Prodigioso e lo strumento della comunione con LVI.
Preghiamo, dunque, con un piatto di sugosi carboidrati complessi ed una coppa, o boccale o bottiglia di Sacra Bevanda e prepariamoci così santamente all’Assemblea.
Ramen.

Cecilia Deni
∰  Capitan Capsicum, cerusico di bordo

Presidente della Chiesa Pastafariana Italiana - Frescovo emerito di Como, Pannocchia del Missultin Ciöcch

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