Quando il tricolore si fa verde basilico, bianco pasta e rosso pomodoro
Esistono date che entrano nella storia con forza, prepotenza e purtroppo, a volte, anche con violenza. Altre invece che vi scivolano dentro, quasi di soppiatto e con passo ovattato.
Sabato 13 maggio 2017 è stata una data storica per questo Paese e per i cittadini che lo abitano, uno di quei momenti che segnano un giro di boa sconosciuto però ai più, una data importante per la libertà delle persone: la libertà di dichiarare il proprio amore e il proprio credo religioso a piena voce e alla luce del sole.
Quando questi, solo in apparenza, timidi appuntamenti con la storia avvengono in pochi riescono a coglierne appieno la portata. Nel 1797, il 7 gennaio alle ore 11 solo un centinaio di persone in quel di Reggio Emilia assistettero alla nascita e al primo sventolio di quel tricolore verde, bianco e rosso che oggi conosciamo come bandiera italiana.
Immaginate quindi quale è stata l’emozione delle persone che sabato scorso, 220 anni dopo quella data hanno partecipato ad un altro evento storico in quella medesima “Sala del Tricolore”.
Quel giorno, in quello stesso luogo infatti si è celebrato il matrimonio con rito civile di Andrea Sommani e Alessio Conti. Due giovani decisi ad unirsi non solo però di fronte al loro Paese, ma anche di fronte al loro dio: il Prodigioso Spaghetto Volante della Chiesa Pastafariana.
Quando dico “di fronte al loro dio” ci tengo a precisare che intendo in forma puramente simbolica: non ci è dato modo di sapere se il Prodigioso abbia davvero potuto presenziare alla cerimonia, anche se dio è pur sempre un’entità anche lui coi suoi impegni e i suoi appuntamenti, sostanzialmente Egli ci tiene a lasciarci vivere la nostra vita senza impicciarsi badando ai fatti suoi.
Ma sappiamo che Lui è felice quando noi facciamo qualcosa di buono nel rispetto di noi stessi e di chi ci sta accanto. E in quella Sala del Tricolore c’erano Andrea e Alessio pronti a testimoniare il loro amore di fronte alla legge, ai loro amici e parenti e, in ultima istanza, anche al loro dio, e se non era lì per favore che qualcuno gli racconti la cosa.
In quella bellissima sala decine e decine di persone hanno partecipato al primo matrimonio civile-pastafariano congiunto del nostro Paese: su desiderio degli sposi infatti le autorità comunali hanno acconsentito alla doppia celebrazione che ha visto la consigliera unire gli sposi secondo i dettami della legge italiana per poi cedere la cattedra agli esponenti della Chiesa Pastafariana Italiana che hanno celebrato secondo “rito abbreviato” unendo Andrea e Alessio nel nome del carboidrato complesso finché avranno voglia di stare uniti.
Prima la celebrazione con legge dello stato. Poi quella religiosa. Ben distinte, come pensiamo debbano sempre essere Stato e Chiesa.
È così quindi che il Presidente della Chiesa Pastafariana Italiana Padre Arcobaleno e la Frescova di Reggio hanno potuto unire Andrea e Alessio nel nome dello spaghetto e del locale tortellino.
La Chiesa Pastafariana Italiana è ormai una realtà viva, entrata da tempo nelle vite dei cittadini di questo Paese. Una Chiesa che a differenza di altri riti desueti e appartenenti al passato ha fra i suoi valori fondanti la difesa dello stato laico da qualsiasi ingerenza fideistica.
Chi vi scrive è uno dei celebranti pastafariani della funzione intervenuto come umile birrichetto ma che rende grazie a nome della Chiesa Pastafariana Italiana tutta alle autorità del comune di Reggio Emilia che hanno capito l’importanza di una fede religiosa che poggia i suoi piedi nella lotta a tutte le intolleranze, meno quelle alimentari, e che fa della tolleranza il suo pane quotidiano. Letteralmente.
(Capitan Casoncello dell’Illinois)