Un sugoso 2021: Lettera di Mastro Barbaspiedo alla Scevà
Da qualche tempo a questa parte avrete certamente notato la comparsa di qualcosa di strano nelle comunicazioni ufficiali della nostra Associazione.
Qualcosa di strano riferito proprio a voi che state leggendo, che compare perlopiù quando si parla di persone e, in qualche modo, vi comprende ed abbraccia tuttə.
Si tratta della Schwa, in italiano Scevà e in piratese ScevAHRRR.
Moltə si chiederanno “Ma di che si tratta???” ed è proprio per questo che ho deciso di scrivere a lei, o a lui… insomma a ləi.
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Car* /ə/, come va?
io abbastanza bene ora che ho cominciato a capirti.
Ammetto che inizialmente, quando ci eravamo incontratə da poco, ti ho trovatə antipaticə.
Si perchè a primo impatto, ammettilo, sei stranucciə, sembri una cosina un po’ caduta male, difficile da trovare sulla tastiera, appoggiatə svogliatamente al bracciolo della tua schweggiola.
Magari te ne stavi lì comodə per i fatti tuoi nel tuo alfabeto fonetico incantato e invece adesso che sei statə tiratə in ballo inconsapevolmente, ti tocca andartene in giro per il mondo e fare bella mostra di te.
Ma perchè? Devi sapere che la comunità LGBTQIA+, per la maggior parte almeno, sta da tempo cercando di usare linguaggi sempre più inclusivi per poter parlare senza discriminazioni ad ogni persona e di ogni persona, in modo da veicolare discorsi e concetti che comprendano ogni orientamento, ogni genere, ogni tipo di affetto o di sua assenza.
È difficile essere inclusivi, ci vuole impegno, basta poco e sfugge un maschile, un femminile… e non che questo sia sbagliato, le regole grammaticali sono quelle ma il Prodigioso Spaghetto Volante e la nostra fede in LVII ci hanno insegnato che nulla è preciso, nulla è eternamente uguale e nulla è definitivo e se lottiamo per cambiare le regole che nel nostro tempo riteniamo obsolete, perchè non intraprendere anche questa battaglia linguistica?
Mi chiedo quindi, che problema c’è per una ciurma di piratə nel cambiare rotta?
Non abbiamo forse utilizzato anche noi un linguaggio neutro inserendo asterischi, chioccioline, unicorni e via discorrendo?
Forse, la difficoltà, sta proprio nell’uscire dall’abitudine.
Il linguaggio sessuato È abitudine, un’abitudine che porta, involontariamente certo, a fare discriminazioni.
L’utilizzo del maschile come neutro, per indicare gruppi eterogenei, è una limitazione della nostra e di altre lingue che può essere cambiata se ci si dà l’obiettivo di comprendere tutte le innumerevoli sfaccettature che esistono tra maschile e femminile, in una realtà non binaria.
Ed è proprio qui che entri in campo tu, mia cara ə. Eh si, perchè a differenza di asterischi, chioccioline, unicorni, tu parli, emetti un suono che, nemmeno a farlo apposta, è un suono neutro.
Si ma, che suono? Nulla di complicato in realtà, un suono a cui già siamo abituatə, specialmente per chi parla inglese, francese o napoletano (che credo siano le tre lingue più parlate al mondo).
La prima A di again (əˈɡen), l’ultima E di letter (ˈledər), la prima vocale di petit (pə.ti) o le ultime due vocali di màmmeta (’mammətə), tanto per citare degli esempi.
Fin qui tutto bello ma, in conclusione, voglio avvisarti, non sarà facile.
Non sarà facile perchè già arrivare ad utilizzare entrambi i generi, a livello istituzionale, è una battaglia che si sta portando avanti e ancora non si è conclusa, ci saranno persone che diranno “ci è voluto tanto per arrivare a un Buonasera a tutte e tutti e tornare ad escludere il femminile è un errore”.
Ma io credo che qui non si tratti di escludere nessunə, si tratta solo di alzare l’asticella e puntare a un obiettivo ancora più alto: adeguarsi a quello che sta accadendo nel mondo ed essere inclusivə al massimo livello senza perdere nulla della nostra identità.
Buon 2021
Donna = Persona.
Uomo = Persona.
Tizio Nojoso = Tizio Nojoso.
Nessuno è meglio di un altro