Gridas e coriandoli
Gridas – gruppo risveglio dal sonno è l’eredità umana, morale, creativa e sociale che Felice Pignataro ha lasciato a Scampia.
Pignataro portò i colori nel grigio del ghetto di Secondigliano.
E. H. Gombrich, del Warburg Institut di Londra, lo definì “il più prolifico muralista del mondo”: con più di 200 murales Felice ha parlato a una comunità che non è padrona delle proprie strade, che non è al sicuro nelle proprie case, che non apre le finestre.
Felice e Mirella, sua moglie, non sono originari di Scampia, tuttavia è a questo posto che hanno donato la vita e al cui servizio hanno posto professionalità e arte, iniziando nel 1967 a collaborare con le scuole, in realtà formando una “controscuola” per i i bambini delle baracche.
L’associazione culturale Gridas urla e sveglia dal sonno di Goya, aiuta la collettività a non concepire i fatti che la riguardano come una catena di sciagure, ma come esiti di irresponsabilità e scelte. Insegna, cioè, a non chiedere la grazia, ma diritti e a esercitare doveri.
Il primo Carnevale, trentaquattro anni fa, fu una reazione proprio alla festa che si “consuma” a scuola, dove la ricorrenza si riduce a una gara tra vestiti e non genera un percorso di immaginazione.
Il tema di quest’anno è “Continenti e contenuti – la deriva degli incontinenti” [I temi 2016 raccontati dai partecipanti]. Il corteo ha, infatti, rappresentato energie in conflitto, ha esibito il tema della migrazione, come una condizione forzata, scaturita dalla disperazione. Come ogni anno il Carnevale di Scampia ha esorcizzato nei colori l’esperienza della marginalità, rappresentando una possibilità di autodeterminazione.
Durante il corteo di domenica 7 febbraio, il consueto falò, momento di pulizia, di abbandono, di rinascita, si è svolto in un luogo simbolo: Largo Battaglia, dove la scuola di calcio dell’ARCI Scampia, da 30 anni è una palestra di vita che, da qualche tempo grazie alla squadra femminile di “DreamTeam – Arci Scampia”, pianta semi per l’uguaglianza di diritti anche nello sport.
C’erano anche sei pirati pastafariani del Frescovado salernitano.
Beverenda Scialatiella Piccante, Frescova di Salerno, ha pennedetto il corteo che si è snodato per circa 4,5 km, concludendosi presso il Campo Rom [Intervista alla Frescova di Salerno].
“Rosa dei venti” ha aperto la sfilata recando il titolo dell’anno e i riferimenti valoriali dei Carnevali sociali di Napoli. I laboratori di Gridas hanno interpretato l’argomento 2016 con una grande testa, sul cui cervello sono raffigurati i simboli di due opposte visioni: sull’emisfero destro un mondo diviso, trionfo del profitto; sull’emisfero sinistro una “pangea contemporanea” in cui i continenti sono collegati da ponti-arcobaleno. Sul carro la cicala (Cicada orni, insetto n° 10!) simbolizzava la dignità della bellezza, l’importanza dell’arte, della cultura e della creatività.
Dal 2011 viene riproposta in corteo la Gru che dà voce a battaglie legate alla tutela del territorio.
I bambini dei quartiere del laboratorio di CHIKÙ hanno invece realizzato un fiore composto da mondi-pianeti. Sempre bambini e ragazzi, gli autori delle altre maschere: il ciclo-carro dei ragazzi della Ciclofficina, le maschere del Centro Territoriale Mammut, lo striscione “Mettete dei fiori … solo la pace porta prosperità” dell’Associazione Dream Tean-donne in rete, il carro-carrello della spesa del Gruppo Scout Agesci Napoli 14 con il Noviziato “Briganti dei Fiori”, il Pinocchio-burattino del CDR “Gatta Blu” e del Gruppo Zoone con un cuore rosso-fuoco.
Ma erano proprio tante le organizzazioni presenti con un contributo creativo, musicale o morale: l’ARCI Scampia, il 5° Circolo Didattico “E. Monta
le” di Napoli, il laboratorio del “Comitato Civico Cambiamo Mugnano”, la Fondazione “Famiglia di Maria” di San Giovanni a Teduccio, la Cooperativa Umanista Mazra, il Centro socioeducativo “Il Verde Giardino”, il Centro Nazionale “Globalità dei Linguaggi”, l’Officina del Riciclo, il centro Polisportivo “il Raggio di Sole di Scampia”…[Carnevale di Scampia 2016]
I pirati puntano all’orizzonte, ma anche loro hanno l’abitudine di alzare lo sguardo al cielo. Così Capitan PizzaMargherito ha visto che su, sporte dalle finestre, alcune donne lanciavano caramelle. Scialatiella Incazzata ha poi notato, dietro ai vetri di muraglie di cemento, statue di Madonne: le madri di Scampia, si sa, affidano i figli alla Madonna. Alla Madonna, una mamma, alla quale chiedono la grazia.
Se queste donne fossero scese in strada, Gnocchetta Pepata, educatrice, avrebbe detto loro: “Sapete, signore, i vostri figli, io credo dobbiate affidarli a Gridas“.
Tornando a casa, la pannocchia salernitana ha ricordato che nei murales di Felice c’erano sempre persone che si tenevano per mano.