Il Frescovo che venne dal freddo: una serata con Vladimir Nakimov
È successo un giorno, all’improvviso: l’Appendice del Prodigioso Spaghetto Volante mi ha sfiorato ed il mio primo pensiero è stato: “Eccoti, ti stavo aspettando. Tutto questo è geniale!”.
Passa poco tempo e tramite i gruppi facebook vengo invitato ad una cena con il Frescovo di San Pietroburgo Vladimir Nakhimov, mi sento quindi onorato e fortunato, il mio primo contatto reale con i fratelli sarà accompagnato da un’autorità seconda a pochi, come inizio non potrei desiderare meglio. Il tutto a pochi passi da casa mia: il Sugo è con me, lo sento.
Ammetto un po’ di timore iniziale. Saremo in due sfigati? Non verrà nessuno e mi ritroverò da solo in un ristorante pensando che forse la fede abbracciata è ben vista solo via telematica? La birra del locale sarà rancida e la pasta scotta (cattivo presagio)? I timori crescono quando effettivamente mi ritrovo seduto ai tavolini esterni della pizzeria, da solo, sorseggiando un vino bianco che lascia strano retrogusto di pesce. Ogni volta che arrivo in orario ripenso alla frase di Stefano Benni “La vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate”, ma ecco arrivare Vladimir ed i timori svanire.
Vladimir Nakhimov in un ottimo italiano mi spiega che suona sette strumenti musicali, un’artista di strada che cammina per l’Europa e soprattutto in Italia accompagnato unicamente dal suo burattino. Un Frescovo che non prende l’aereo ma solo il treno e durante le lunghe ore sulle rotaie si domanda perché il burattino non voglia crescere; deduce che anch’esso sia pastafariano poiché le persone basse rimangono tali come risultato della Sacra Appendice sempre appoggiata sulla loro testa. Ma della fede del burattino non ne esiste la certezza, lui non ne parla e Vladimir non vuole insistere.
Iniziano ad arrivare fedeli e con essi anche Cristiana, la Frescova di Pavia. Ci accomodiamo al tavolo e siamo una decina di persone, l’iniziale bicchiere di vino si trasforma in spumeggiante birra alla spina, pasta e pizza ci fanno compagnia. Il Sugo macchia le nostre camicie segno che il Prodigioso Spaghetto Volante è con noi, lo onoriamo indossando i pirateschi copricapo e discutendo in rispetto e gioia. Sbattezzo, UAAR, pastafarianesimo, pirati, diritti umani, scienza, situazione russa e futuro della nostra fede. Ma soprattutto l’argomento più caro a Vladimir è stato quello della possibilità di dialogo che la nostra fede vuole avere con tutte le altre, senza imporre nulla, senza dogmi, senza presunzione, senza guerre e senza confini.
Presente quando avevate la sfortuna di dover conoscere un prete cattolico oppure partecipare ad una messa e già prima dell’evento, la sensazione di quello che avreste visto ed ascoltato era già nitida nella vostra mente? Ecco, stessa emozione, ma in questo caso positiva. Nulla di complicato da spiegare: la cena pastafariana è proprio come ogni persona immagina possa essere una cena pastafariana.
Incontri persone simpatiche e soprattutto intelligenti, pronti a brindare in RAmen con il piacere di partecipare ad un evento desiderose che non finisca in un unico appuntamento, ma che continui nella vita di tutti i giorni, glorificando la fede soprattutto la domenica mattina… ops… cioè, ogni venerdì sera.
Ho conosciuto nuovi fratelli ma era come se li conoscessi già prima, perché essere pastafariani significa fare la barchetta dallo stesso piatto, bere birra dallo stesso spillatore, dividere l’ultima fetta di pizza rimasta, parlare la stessa lingua.
Si è respirata la Voglia. Voglia di crescere, diventare sempre più aggiungendo nuove sedie al tavolo, indossare i nostri sacri abiti pirateschi e da tavolo a tavolo gridare “All’arrembaggio!”. Fare capire a tutti che la nostra fede è importante. Pirati, tutto questo è possibile.
In attesa dell’elezione dell’ArciFrescovo di Milano, ringrazio Capitana Pastasciutta per l’impegno dimostrato, senza di lei probabilmente saremmo ancora pirati senza ciurma. Non ritengo giusto trascrivere le parole del Frescovo Vladimir Nakhimov, le potrete trovare nella video intervista svolta fuori dal ristorante, ma ci tengo a chiudere il pezzo sottolineando una sua frase: “Io sono russo, voi italiani: tutto questo non ha alcuna importanza. La Fede non deve dividere i popoli, ma unirli. Così come è successo questa sera”.
Un saluto ai fedeli ed ai neo-pastezzati della serata (me compreso), un piatto di pasta in omaggio agli amici del Circolo Harvey Milk che in serata non hanno trovato tavoli liberi per farci compagnia.
RAmen!
Capitan Mezzapenna liscia Franciacorta
Il 1º Incontro Binazionale Pastafariano Italia-Russia si è svolto a Milano il 4 aprile 2014. (NdR)
Potete trovare altre foto nell’Album di Facebook del gruppo Pastafariani Lombardi.