Il cuore pulsante della Chiesa Pastafariana Italiana
Vi voglio bene.
Ora, non sarà un leitmotiv forte come i Cinegri del Beverendo, ma oramai sta diventando la mia firma per ognuno dei molteplici gruppi pastafariani che seguo.
Però è vero.
Non posso farci niente.
Mi sono avvicinata alla Chiesa Pastafariana perché ne ammiravo il coraggio sociale, l’iniziativa innovatrice, la forza d’animo con cui si spingeva all’estremo, lottando per ciò che vorrei fosse realtà, ma mai, e dico mai, avrei immaginato di trovarmi di fronte a qualcosa del genere.
Vi amo tutti, dal primo all’ultimo.
Amo tutti quelli che non conosco, che vivono a centinaia di chilometri da me, che magari non incontrerò mai o dei quali mai ricorderò il nome. Quelli che sono comparsi su facebook una volta, che si sono fatti una foto che ho visto, che hanno scritto qualcosa che ho letto, che semplicemente girano per le strade del mondo con uno scolapasta in testa.
Tutti.
Ho trovato in mezzo a voi persone sensazionali, capaci di guarire dalla tristezza anche un aspirante suicida, pronti a girare ubriachi per una città dove magari lavorano e vivono, armati di oggetti assurdi e ripetendo frasi allucinanti. Gente in grado di capire davvero cosa possa essere la forza di una risata, di una battuta, dell’autoironia. Qualcuno sul serio in grado di risollevare l’intero pianeta.
Sono una persona strana, vivo di scatti di adrenalina e sempre a metà tra il razionale e l’irrazionale, incapace di dare vera amicizia se non a pochissime persone, vero affetto quasi a nessuno.
Seguo attività sociali, politiche, intellettuali, religiose, goliardiche, sportive e perfino un po’ nerd.
Ma, ve lo giuro, non mi è mai capitato di provare un così grande amore per un così esagerato numero di persone.
Se solo potessi, passerei con ognuno di voi ogni secondo della mia vita. Costruirei un dannato galeone con il quale andare all’arrembaggio di ogni porto del mondo, benda sull’occhio e Prodigioso nel cuore.
Convertirei ogni uomo o donna di questa terra, porterei con me ogni bambino.
Se solo potessi, istituzionalizzerei il Pastafarianesimo non solo come religione, non solo come cura medica per i bigotti, i chiusi di mente, i testimoni di questo o quel dio, ma come via di salvezza per i folli, i malati, i tristi di ogni genere, gli asociali, gli emarginati, i depressi e coloro che non hanno abbastanza gioia nella vita.
Credo fermamente che ogni secondo che qualcuno passa a contribuire ad una cosa così grande possa davvero raddrizzare questo mondo.
Ne sono fortemente convinta.
Ho imparato che esistono persone speciali, per cui darei la vita, per le quali sul serio correrei in ogni parte del globo in ogni momento. Ho imparato a non incazzarmi quando c’è qualcosa che non va, a distruggere l’odio con la risata. A fare tutto ciò con uno scolapasta in testa.
Forse sono ripetitiva, forse mi sbaglio.
Forse esagero o è la birra che fa questo effetto.
Ma sì, cazzo, vi voglio bene.
E non smetterò mai di ripeterlo.
Carlotta – Frescova di Torino