Tolleranza, pirateria e ideologie da sentina

Il Pastafarianesimo è la vera religione della Tolleranza. Questa virtù piratesca, per essere pienamente compresa, non deve però essere intesa con l’uso che comunemente si fa del verbo “tollerare”, spesso sinonimo di “sopportare”.

La Tolleranza Pastafariana è piuttosto la capacità di accettare che ciascuna persona a partire da sé, in quanto imperfetta creatura di un Dio Sbronzo, non sia in grado di possedere totalmente la Verità, ma possa darne soltanto una parziale interpretazione.

Secondo la nostra dottrina, dunque, tollerare significa accettare la pluralità di visioni sul mondo, bendarsi un occhio alla maniera pirata per cercare di guardare dal punto di vista altrui, senza per questo abbandonare il proprio.
É infatti attraverso il confronto tollerante con prospettive differenti che l’essere umano si arricchisce, come ha fatto per millenni, solcando piratescamente i sette mari, contaminandosi e lasciandosi contaminare, integrando le reciproche parzialità e facendone bottino.

Tra tutte le prospettive, tuttavia, ce ne sono alcune che proprio non possono essere tollerate: sono quelle ideologie che propongono la cessazione di ogni confronto e contaminazione, nel nome della divisione, della segregazione e del mantenimento della “purezza”.

Noi sappiamo, perché ce lo ha detto il Prodigioso Spaghetto Volante stesso, che la purezza è adatta all’acqua potabile, non alle persone.

L’intolleranza al mescolarsi di genti, culture e idee nel nome di una supposta purezza è quindi una boiata pazzesca, rigettata dal Pastafarianesimo, in cucina come in tutti gli altri aspetti della vita dell’individuo e della società.

Respingiamo il purismo culinario e parimenti qualsiasi forma di ideologia fascista, in quanto concezioni ottuse, mistificatorie, ignoranti della nostra storia di costante ibridazione e, guardando al futuro, estremamente pericolose.

Ce lo insegna anche Karl Popper, pastafariano in incognito:

Noi dovremmo quindi proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti
(La società aperta e i suoi nemici vol.1, 1945)

Tollerare l’intolleranza vorrebbe dire distruggere la tolleranza stessa, e questo non è tollerabile.

A meno che, ovviamente, non parliamo dell’unica intolleranza accettabile: quella alimentare, derivata non da un orientamento ideologico, ma dal bizzarro Disegno creativo del nostro Ubriaco Creatore.

Da questa riflessione possiamo trarre due conclusioni importanti.

La prima è che persone astemie e celiache sono e saranno sempre benbevute nella Ciurma, mai verranno discriminate per questo loro modo d’essere.

La seconda è che l’adeptə al culto del Prodigioso Spaghetto Volante dovrebbe sempre fare il possibile per contrastare l’intolleranza ogni volta che ne ha l’opportunità.

Un’occasione preziosa è quella di recarsi, entro il 31 Marzo, presso il proprio Comune di domicilio (si può anche in zona rossa!) e partecipare alla raccolta firme per la Legge di iniziativa popolare della Carta di Stazzema, per fermare la propaganda fascista e nazista: ideologie di intolleranza che non sono solo tristi pagine dei libri di storia, ma possono prendere piede in qualsiasi momento presente, a maggior ragione se vissuto con difficoltà come l’attuale.

La nostra è la Ciurma Pastafariana, sempre pronta ad arrembare in nome della tolleranza, della libertà e della democrazia e sfoderare le penne: da buttare nell’acqua di cottura per accogliere le persone, da appoggiare sui fogli di raccolte firme quando si tratta di rigettare le ideologie di merda nelle sentine da cui provengono.

RAmen!

Maggiori informazioni su anagrafeantifascista.it

Presi(al)dente della Ciurma Pastafariana, Scardinale emerito, Frescovo emerito...un emerito, insomma.

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