Halloween: la tradizione è pirata
Si sollevano in questo periodo le solite fake news secondo le quali la festa di Halloween non avrebbe nulla a che fare con le nostre radici.
Ma di quali radici stiamo parlando?
Se intendiamo quelle derivate dai più recenti cambiamenti in ambito religioso, ovvero l’affermarsi – negli ultimi due millenni – di un culto egemonico che ha fatto parodia delle ricorrenze e le credenze precedenti, inglobandole e mettendoci il proprio marchio di fabbrica, ci sembra ovvio che in una logica di mercato dopo il plagio si debba difendere l’esclusiva.
Ma rimane comunque una bufala bella e buona.
Osservando le ricorrenze che si celebrano ancora in questi giorni, rituali locali come Is Animeddas in Sardegna, la Notte delle Lumére in Piemonte e Lombardia e le processioni dei morti in Sicilia, possiamo notare come siano sopravvissuti fino ad oggi elementi che ci rimandano ad una radice ancora più profonda delle celebrazioni svolte a cavallo tra Ottobre e Novembre. Zucche vuote illuminate, morti che tornano a visitare le proprie famiglie e soprattutto una grande quantità di dolcetti e altre prelibatezze da gustare finché ce n’è.
Come è possibile? Ovvio, se si pensa che l’umanità non è nata 2021 anni fa e anche prima c’era un rapporto col Divino, ovvero col Prodigioso Spaghetto Volante.
Affermiamo quindi con assoluta certezza che Halloween è parte delle nostre più antiche e profonde radici: quelle piratesche e pastafariane.
Consigliamo quindi di indossare i migliori paramenti pirateschi e dotarsi di un buon arsenale di caramelle e dolcetti, per insegnare ai nostri bambini quali sono le vere tradizioni.
RAmen!