Recensione di I, Pastafari – dentro la Chiesa del Prodigioso Spaghetto Volante
Micheal Arthur segue le tracce delle lotte legali della religione inventata per provocare domande sull’essenza della fede – e della satira.
Articolo originale di Leslie Felperin, tradotto da The Guardian
Presentando ciò che potrebbe essere considerato la degna seconda metà di una coppia di documentari sulle religioni strambe da seguire (le migliori e più divertenti) dopo “Hail, Satan?“, il regista originario dell’Oregon di “I, Pastafari“, Michael Arthur, offre un divertente sguardo sui fedeli della Chiesa del Prodigioso Spaghetto Volante, ovvero il Pastafarianesimo.
Una religione relativamente nuova ma che sta crescendo in modo esponenziale nel campo delle religioni inventate e satiriche.
Questo culto serio nell’essere divertente è stato inventato nel 2005 dallo studente laureato Bobby Henderson. Egli scrisse una lettera aperta al consiglio di istruzione del Kansas (che stava considerando l’opzione di insegnare la teoria del Disegno Intelligente assieme a quella dell’Evoluzione), che divenne virale.
Nella lettera [Henderson, ndr] chiedeva che il consiglio dia equamente spazio nelle classi per l’insegnamento di come il Prodigioso Spaghetto Volante creò il mondo. Presto questi “adoratori” costruirono collettivamente testi educativi e otto comandamenti: guide umanistiche con radici liberiste mischiate a linguaggio finto-religioso – assieme a futili casi giudiziari d’ordinanza.
Il film segue diverse vicende, specialmente quella di alcuni adepti Olandesi che lottano per il loro diritto di indossare legalmente sulla testa gli scolapasta nei documenti identificativi.
C’è il caso dello scisma in Germania dove i pastafariani, per ragioni poco chiare, preferiscono indossare abiti da pirata. Ciò genera dibattiti interessanti sull’essenza della religione, considerando che secondo le linee guida dell’UE i fedeli devono essere “seri” riguardo ciò in cui credono.
Ciò penalizza le religioni parodia o satiriche come questa? La satira non può essere seria? L’uso di giochi di parole triviali sulla pasta (come sostituire “amen” con “RAmen”) rende ciò in cui credono meno importante?
La posta in gioco pareva più urgente nel “Hail, Satan?” di Penny Lane, che aveva personaggi più carismatici e antagonisti molto più brutti e stupidi dei giuristi che decretano contro i pastafariani.
Tuttavia, è una variante abbastanza simpatica nel complesso.
I, Pastafari è disponibile su piattaforme digitali dal 26 Maggio.
Giusto per precisare: nelle Sacre Fritture il Colandro è secondario: quello che è fondamentale è essere Pirati, Popolo Eretto dell’Alticcio. Quindi i tedeschi sono assolutamente Ortodossi, non scismatici.
Già, l’articolista del Guardian avrebbe bisogno di una bella infarinatura di Cotechismo.
Non ho ancora visto il documentario ma scommetto il mio tricorno che Bruder Spaghettus è stato molto chiaro sul perché non indossano il Colandro, ci tiene molto a questo aspetto.